CATANZARO Il processo di accorpamento delle Camere di Commercio di Crotone e Vibo con quella di Catanzaro riparte. Almeno sulla carta. Dopo la decisione dei giudici della Corte Costituzionale che hanno considerato legittima la riforma delle camere di commercio varata dal Governo. La sentenza è stata emessa ieri nel corso della camera di consiglio dedicata proprio sulle questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tribunale amministrativo regionale del Lazio sulla legge delega e sul decreto legislativo di riordino delle Camere di commercio. Secondo quanto riportato dalla stessa nota della Consulta, quella norma è legittima. Ricordiamo che era stato il Tar del Lazio a sollevare la questione davanti alla Consulta lamentando la violazione del principio di leale collaborazione tra le istituzioni perché la legge di delega prevedeva il parere, anziché l’intesa, tra lo Stato e le Regioni sul decreto legislativo di attuazione. Questioni che i giudici del Corte Costituzionale hanno dichiarato non fondate.
In particolare, si legge in una nota della Consulta, «in coerenza con la sua costante giurisprudenza, la Corte costituzionale ha ritenuto che non vi sia stata una violazione del principio di leale collaborazione tra lo Stato e le Regioni per le plurime interlocuzioni che il Governo ha avuto con le autonomie regionali». In attesa di comprendere nel dettaglio le motivazioni che hanno spinto i giudici ad emettere questa sentenza – la Consulta fa sapere che sarà infatti depositata nelle prossime settimane – ora l’iter per procedere all’accorpamento dei tre enti camerali potrebbe seguire una via più spedita.
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