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Inchiesta "Gold Fish" in manette l'impenditore Niccolò Pesce

Sequestrati beni per oltre 17 milioni di euro. All’imprenditore è stata inoltre contestata la responsabilità amministrativa degli enti a una società di consulenza coinvolta nell’attività illecita.

Pubblicato il: 25/06/2020 – 13:39
Inchiesta "Gold Fish" in manette l'impenditore Niccolò Pesce

MILANO Nicolò Maria Pesce, imprenditore nel settore finanziario operante nel Nord Italia è stato arrestato dalla guardia di finanza di Milano a seguito dell’inchiesta “Crazy diamond”. L’indagine, conclusa nel 2019, aveva consentito di accertare la commissione di una truffa, per diverse centinaia di milioni di euro, ai danni di decine di migliaia di risparmiatori, da parte di società che, attraverso il sistema bancario, promuovevano e vendevano diamanti a prezzi notevolmente superiori rispetto all’effettivo valore, paventando agli investitori rendimenti irrealistici ed applicando loro esorbitanti provvigioni.
Sequestrati beni per oltre 17 milioni di euro. All’imprenditore è stata inoltre contestata la responsabilità amministrativa degli enti a una società di consulenza coinvolta nell’attività illecita.
IL NUOVO FILONE La nuova indagine, denominata “Gold Fish”, è coordinata dalla Procura di Milano. Approfondendo ulteriormente i flussi finanziari di una delle società le cui quote erano già state sequestrate nella precedente operazione e sviluppando alcune segnalazioni per operazioni sospette, le fiamme gialle milanesi hanno ricostruito il complesso meccanismo di riciclaggio utilizzato per occultare una parte dei proventi della truffa.
Le indagini hanno consentito di rilevare che l’imprenditore «aveva riciclato e reinvestito i propri guadagni illeciti in fondi gestiti da una società d’investimento lussemburghese nonché finanziando numerose imprese a se’ riconducibili, tutte attive nel Centro-Nord Italia nei più diversificati settori economici». Si tratta di un ristorante a Forte dei Marmi, una cava di marmo, una sartoria e un concessionario di auto a Carrara e due società operanti nel recupero crediti e nell’intermediazione immobiliare con sede a Milano. Le attività sono state effettuate a Milano, Roma, Varese e nelle province di Lucca e Massa Carrara: sotto sequestro 53 rapporti finanziari, 21 partecipazioni societarie, un immobile e un’auto.
LE VITTIME Nel primo filone della maxi truffa, con profitti illeciti per quasi 500 milioni di euro, sono rimaste vittime illusti come Vasco Rossi, Federica Panicucci e Simona Tagli.
All’epoca l’indagine era stata chiusa a carico di 87 persone fisiche e 7 società, tra cui anche gli istituti di credito Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, BancaAletti.
Sempre in quella passata operazione erano stati sequestrati, anche alle banche, circa 700 milioni. Proprio mettendo a setaccio quegli enormi flussi finanziari, le fiamme gialle hanno scoperto questo nuovo e più complesso sistema di riciclaggio dei proventi delle truffe.

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