di Giorgio Curcio
COSENZA Estorsioni, danneggiamenti, intimidazioni e reati contro la persona ed il patrimonio nel capoluogo bruzio e nei comuni limitrofi. Ma soprattutto le mani tentacolari sui lavori di ampliamento dell’Ospedale “Annunziata” di Cosenza, sugli interventi di ammodernamento del sistema di illuminazione del campus universitario Unical di Rende e sulle opere di restauro del Convento di San Francesco di Paola a Spezzano della Sila, attraverso una intensa attività estorsiva nei confronti delle imprese assegnatarie dei lavori. Attività peculiari della storica cosca di ‘ndrangheta “Perna-Pranno” (poi ridenominata “Lanzino-Cicero”) sgominata all’alba di oggi nel corso dell’operazione “Overture” condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cosenza e coordinata dal Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, e che ha portato il fermo di 21 persone.
IL CONTROLLO DEL TERRITORIO A ricostruirle in ogni sua forma, le indagini condotte dai Carabinieri di Cosenza, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, che hanno documentato anche il tentativo di “riorganizzare” la cosca sul territorio cosentino. In più circostanze, inoltre, i componenti della consorteria avrebbero, secondo le indagini, evidenziato la loro caratura criminale e il rigido controllo del territorio anche attraverso l’esecuzione di furti compiuti ai danni di esercenti commerciali della zona.
MINACCE E SPACCIO DI DROGA Diversi, poi, sono gli episodi di minaccia ed aggressione, tra cui quella ad un dipendente delle Ferrovie della Calabria nei pressi della sede di Cosenza, “colpevole” di non aver assunto un atteggiamento tollerante rispetto alle condotte illecite di altri colleghi, uno dei quali ha anche chiesto l’intervento “protettivo” della cosca criminale. Ma l’attività investigativa ha consentito di individuare un’altra organizzazione criminale, legata da vincoli parentali alla famiglia “Perna” e dedita all’approvvigionamento ed allo spaccio di cocaina, hashish e marijuana, grazie ad una fitta rete di pusher, e ha permesso di ricostruire numerosi episodi di spaccio, con il successivo sequestro di sostanza stupefacente.
Nel corso del blitz dei militari, inoltre, sono state sequestrate anche diverse armi tra cui un mitragliatore Kalashnikov con matricola abrasa e relativo munizionamento; 8 pistole cal. 9×21, 380, 22 con matricola abrasa e svariato munizionamento di diverso calibro e anche una carabina ad aria compressa.
Il provvedimento cautelare è stato eseguito nei confronti di:
1. FALBO Alfonsino, cl. 1970, (custodia cautelare in carcere);
2. IMBROGNO Massimo, cl. 1962, (custodia cautelare in carcere);
3. LAURATO Vincenzo, cl. 1974, (custodia cautelare in carcere);
4. RAIMONDO Sergio, cl. 1974, (custodia cautelare in carcere);
5. GAGLIANESE Riccardo, cl. 1993, (custodia cautelare in carcere);
6. BARTONE Gaetano, cl. 1981, (custodia cautelare in carcere);
7. FUSARO Gianfranco, cl. 1976, (custodia cautelare in carcere);
8. MAZZEI Pietro, cl. 1973, (custodia cautelare in carcere);
9. SGANGA Gianfranco, cl.1974, (custodia cautelare in carcere);
10. APUZZO Emanuele, cl.1984, (custodia cautelare in carcere);
11. MIGNOLO Ottavio, c. 1964, (custodia cautelare in carcere);
12. CRUPILLO Francesco, cl. 1985, (custodia cautelare in carcere);
13. LIO Carmine, cl. 1972, (custodia cautelare in carcere);
14. CARBONE Giuseppina, cl.1963, (arresti domiciliari);
15. FORTE Manuel, cl. 1989, (arresti domiciliari);
16. FUSARO Alfredo, cl. 1966, (obbligo di dimora);
17. CIPOLLA Egidio, cl. 1994, (obbligo di dimora);
18. QUARTA Cesare, cl. 1992, (obbligo di dimora);
19. CASTIGLIA William, cl. 1987, (obbligo di dimora);
20. LUCA’ Antonio, cl. 1992, (obbligo di dimora);
21. IMBROGNO Vittorio, cl. 1991, (obbligo di dimora).
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