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Sei anni di persecuzioni: divieto di avvicinamento per la stalker del giudice

Dai bigliettini sul parabrezza dell’auto, al nome cancellato sul citofono, dai pedinamenti all’inseguimento finale con tamponamento. Convalidato l’arresto per l’avvocatessa innamorata del magistrat…

Pubblicato il: 25/06/2020 – 19:02
Sei anni di persecuzioni: divieto di avvicinamento per la stalker del giudice

CATANZARO E’ stato convalidato l’arresto in flagranza ed è stata disposta l’applicazione della misura di presentazione per tre volte a settimana alla Polizia giudiziaria e il divieto di avvicinamento a una distanza non inferiore a 500 metri dalla persona offesa. Lo ha stabilito il gip Pietro Carè nei confronti di Isabella Donato, 48 anni, avvocatessa accusata di atti persecutori e danneggiamento nei confronti del giudice della Corte d’Appello Domenico Commodaro. Secondo l’accusa la donna, difesa dall’avvocato Antonello Talerico, con più condotte reiterate nel tempo, avrebbe minacciato e molestato il giudice. Una persecuzione che va avanti dal 2014 e della quale i militari della compagnia di Soverato hanno raccolto diverse condotte: la donna avrebbe rimosso il nome di Commodaro dal citofono della sua abitazione; avrebbe fermato ripetutamente i parenti del giudice per chiedere informazioni su di lui; avrebbe atteso Commodaro fuori dal luogo di lavoro per seguirlo fino a casa; avrebbe lasciato bigliettini sul parabrezza o sullo sportello dell’auto del magistrato. Una condotta lungamente molesta ma senza aggressività. Infine, il 22 giugno scorso, la Donato, a bordo della propria Lancia Y, si sarebbe posta all’inseguimento della Mercedes di Commodaro che si trovava in macchina con la propria moglie. L’uomo avrebbe lasciato la consorte in un centro abitato di Montepaone per dissuadere la Donato dal seguirlo. Un tentativo inutile. Il giudice avrebbe accostato scendendo dall’auto e cercando di convincere la donna a desistere dall’inseguimento. In tutta risposta lei avrebbe preso a tamponare ripetutamente l’auto in sosta costringendo lui a risalire a bordo e allontanarsi per evitare ulteriori pericoli. A questo punto, all’altezza di Satriano lei avrebbe sorpassato e speronato l’auto con a bordo la persona offesa costringendola a fermarsi e a trovare riparo in un negozio, anche su sollecitazione dei dipendenti che avevano assistito alla scena. Quando sono arrivati, i carabinieri hanno trovato la Donato che cercava di mettere in moto la Mercedes con l’intento di danneggiarla ulteriormente mentre Commodaro cercava di convincerla a scendere mentre l’ei gli gridava: “Lascia tua moglie, io ti amo”.
Oggi la donna ha il divieto di avvicinarsi al giudice, di contattarlo e di contattare i suoi parenti. (ale. tru.)

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