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Arcea, il Tribunale rimuove Scarpelli dall’incarico

Il giudice della sezione Lavoro di Catanzaro ha accolto il ricorso presentato da una concorrente alla selezione per la nomina di dirigente. Ora l’Agenzia regionale dovrà ripetere la procedura

Pubblicato il: 26/06/2020 – 18:40
Arcea, il Tribunale rimuove Scarpelli dall’incarico

CATANZARO Francesco Scarpelli è stato rimosso dall’incarico di direttore di servizio dell’Arcea. Lo ha stabilito una sentenza della sezione Lavoro del Tribunale di Catanzaro che ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Gregorio Iannotta, legale rappresentate di una delle concorrenti alle procedure selettive di conferimento dell’incarico avvenuto nel 2018. Era stato l’allora direttore generale Maurizio Nicolai a nominare esattamente due anni addietro Scarpelli direttore di servizio dell’Agenzia regionale della Calabria per le erogazioni in agricoltura.
La vicenda trae origine da una procedura selettiva per il conferimento di un incarico di dirigente dell’Arcea che risale appunto al giugno del 2018. Una procedura che, stando a quanto rilevato nel ricorso, avrebbe riscontrato nell’espletamento diverse irregolarità.
In particolare è stato rilevato dalla difesa della ricorrente che, a seguito dell’esclusione del dottor Scarpelli dall’elenco dei candidati ritenuti idonei ad opera della Commissione di valutazione, il direttore generale, esorbitando le proprie competenze, ha riammesso nell’elenco degli idonei alcuni candidati precedentemente esclusi, tra i quali lo stesso Scarpelli, per poi affidare proprio a quest’ultimo l’incarico dirigenziale.
Il giudice del Tribunale di Catanzaro in accoglimento delle tesi sostenute dal legale ha ritenuto «che il dirigente generale di Arcea abbia travalicato i propri poteri, sostanzialmente obliterando le operazioni di selezione e le determinazioni conclusive della commissione di valutazione appositamente nominata, in ordine all’esclusione dei candidati ritenuti non idonei».
Nella sentenza il Tribunale, il giudice ha anche precisato principi dettati dal legislatore per l’accesso al pubblico impiego e alle nomine dirigenziali, i quali debbono ritenersi vincolanti anche nelle procedure selettive per titoli, sebbene propedeutiche, non alla formazione di una graduatoria dei partecipanti, ma soltanto di un elenco degli idonei.
Il Giudice del lavoro ha cosi accolto il ricorso dichiarando «la illegittimità, con conseguente annullamento del Decreto n.136 di nomina del dottor Francesco Scarpelli nell’incarico di dirigente di servizio Arcea, nonché degli atti presupposti del procedimento di selezioni pubblica», dichiarando, per l’effetto, la nullità del contratto stipulato tra l’Arcea e Scarpelli e condannando, inoltre, «l’Arcea a ripetere la procedura selettiva per la nomina di un dirigente di servizio, dichiarando il diritto della parte attrice alla corretta valutazione della sua posizione ai fini dell’assegnazione dell’incarico in questione, con condanna dell’Arcea all’esatto adempimento di tale obbligo».
«Con questa sentenza – ha commentato soddisfatto l’avvocato Gregorio Iannotta – sono stati riaffermati importanti principi di trasparenza della pubblica amministrazione nell’assegnazione di incarichi di vertice, necessari al buon andamento dell’azione amministrativa, troppo spesso, purtroppo, mortificati da esigenze clientelari. Sono certo e fiducioso che nel ripetere la procedura selettiva l’Arcea si uniformerà a tali criteri».

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