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Donne "discriminate" in Consiglio regionale, il governo ammonisce la Calabria

Ricognizione del ministero per gli Affari regionali sugli enti che non garantiscono l’equilibrio della rappresentanza. Un monito per la doppia preferenza di genere, mentre il ricordo di Prc e Si ch…

Pubblicato il: 27/06/2020 – 10:08
Donne "discriminate" in Consiglio regionale, il governo ammonisce la Calabria

CATANZARO «Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, ha svolto una informativa al Consiglio dei Ministri in relazione a una ricognizione effettuata sulla legislazione regionale in materia di elezione dei Consigli regionali. Dalla ricognizione, è emerso che le leggi elettorali di talune Regioni non sono state adeguate alle disposizioni di principio introdotte dalla legge 15 febbraio 2016, n. 20, volte a garantire l’equilibrio della rappresentanza tra donne e uomini nei Consigli regionali. Tali leggi, infatti, non consentono l’espressione della seconda preferenza riservata a un candidato di sesso diverso o non prevedono le quote di lista». Il comunicato finale di Palazzo Chigi racconta in termini soft e burocratici quella che somiglia a una vera e propria strigliata istituzionale. E potrebbe annunciare un nuovo scontro tra la Regione e il ministero guidato da Boccia. Questa volta non c’entrano le norme sul Coronavirus e neppure gli atti della nuova giunta regionale, ma le perdite di tempo del “vecchio” Consiglio che, dopo aver studiato annunciato e rifinito la norma sulla doppia preferenza di genere, ha accuratamente evitato di approvarla. Così, con la rappresentanza femminile discriminata, la Calabria è andata al voto. E ora quel voto, dopo il ricorso al Tar proposto per il mancato rispetto della normativa di genere, è addirittura in dubbio. L’azione giudiziaria è promossa da alcuni dirigenti di Rifondazione Comunista e Sinistra Italiana e chiede l’annullamento dell’ultima competizione elettorale regionale per la mancata previsione della doppia preferenza di genere. I giudici amministrativi affronteranno il caso il prossimo 23 settembre. Intanto, il ministero guidato da Boccia prova a indirizzare le Regioni inadempienti.
L’INTERPELLANZA DI VISCOMI E ANNIBALI NEL 2018 Il tema è tornato d’attualità nelle ultime settimane, ma ha attraversato buona parte della passata legislatura regionale. Tra i primi a sollevarlo, in un’interpellanza parlamentare firmata assieme alla collega Lucia Annibali, il deputato dem Antonio Viscomi. Nell’atto del settembre 2018, i due parlamentari sottolineavano che, «nonostante il quadro normativo, costituzionale e statutario delle regioni sia complessivamente ispirato al principio fondamentale dell’effettiva parità tra i due sessi nella rappresentanza politica, nazionale e regionale, nello spirito dell’articolo 3, secondo comma, della Costituzione, alcune regioni italiane, nello specifico Calabria, Piemonte, Puglia, Marche, Friuli Venezia Giulia e Valle D’Aosta non hanno ancora adeguato la legge elettorale, inserendo gli strumenti di riequilibrio di genere ivi previsti». E chiedevano al governo quali iniziative intendesse assumere e se non intendesse «valutare se sussistano i presupposti per attuare la procedura di cui all’articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131, esercitando i propri poteri sostitutivi e assegnando alle regioni un termine per adottare i provvedimenti dovuti e necessari».
NAVA: «MONITO PER LA CALABRIA» Sul tema interviene la presidente della Commissione regionale per le Pari opportunità della Calabria Cinzia Nava che sottolinea: «È un atto di indirizzo del Consiglio dei ministri – ma io aggiungo – sarebbe un atto di civiltà e una vera e propria rivoluzione culturale tradurre questo principio in realtà. Per la Calabria tante donne si erano mosse per chiedere il rispetto della legge nazionale ed il rispetto di una dignità negata, e così con loro, sin dal suo insediamento, lo aveva fatto anche la Commissione regionale per le Pari Opportunità. Purtroppo, è stata una occasione mancata che ha lasciato tanto amaro in bocca. Le donne – rilancia Cinzia Nava – sono parte attiva della società e meritano rispetto, soprattutto meritano di veder riconosciute le proprie capacità. Mi auguro che l’invito del Governo possa costituire un monito anche per la Regione Calabria, che pur fresca di elezioni, può ancora caratterizzarsi nel segno di un più incisivo riconoscimento del ruolo delle donne, anche in considerazione del fatto che ormai sono proprio poche le Regioni che (si contano sulle dita di una mano) non hanno ancora dato seguito al principio dell’equilibrio di genere».

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