di Roberto De Santo
CATANZARO In Calabria si fa presto a dire innovazione. Potrebbe essere questo lo slogan – tutto al negativo – dell’ennesima vicenda di malamministrazione che caratterizza la macchina burocratica regionale. Stiamo parlando del bando startup e spin off (Sostegno alla creazione di microimprese innovative startup e spin off della ricerca) – pubblicato sul Bollettino ufficiale regionale del 27 novembre 2017 – che, stando alle intenzioni degli estensori regionali, avrebbe dovuto offrire in tempi contingentati “Una Calabria più smart” (questo recitava testualmente la presentazione dell’avviso pubblico). Ed invece. Invece accade che nella realtà quei tempi si siano dilatati oltremodo e che gli esiti dell’avviso restino ancora congelati così come quella serie di progetti innovativi che avrebbero dovuto offrire investimenti ed occupazione ad un territorio così avaro sia dell’uno che dell’altro elemento. Soprattutto in questa delicatissima fase di crisi economica dettata dagli effetti dell’emergenza Coronavirus. Con un paradosso in più visto che l’oggetto di quelle misure – che attendono sostegno – sono iniziative nel settore dell’innovazione e che con il trascorrere del tempo ne perdono in questo modo la valenza intrinseca. In altre parole una contraddizione in termini.
IL CRONOPROGRAMMA DEI SOGNI Obiettivo annunciato dagli estensori dell’iniziativa quello di «agevolare la nascita di nuove imprese innovative attraverso un programma integrato di orientamento, formazione, affiancamento, tutoraggio e incentivazione finalizzato a sostenere startup promosse da laureati e spin-off di ricerca». Ottima iniziativa per far recuperare quel gap di innovazione da sempre uno dei “Tallone d’Achille” strutturale della Calabria. Con un dotazione di 10 milioni di euro – provenienti dalle risorse Ue (Por Calabria Fesr 2014/2020 Azione 1.4.1) -spalmati nelle due call, la Regione così si proponeva di avviare una delle misure maggiormente anticicliche – cioè in grado di contrastare eventuali effetti da crisi economiche (come poi è arrivata con l’emergenza Covid) – che avrebbero permesso al sistema produttivo calabrese di competere con altre realtà non solo del territorio.
Per fare questo quel bando prevedeva un programma di interventi ben articolato e soprattutto ben strutturato in termini temporali. Ma solo sulla carta. Visto che, riavvolgendo il nastro di questa vicenda, emerge l’ennesima ordinaria storia di cattiva amministrazione in salsa calabrese. Infatti una prima fase prevedeva che le idee imprenditoriali da parte dei team proponenti dovessero arrivare entro e non oltre il 14 dicembre del 2018 in tempi strettissimi poi il gruppo di Calabriannova – equipe costituito all’interno di Fincalabra (supporto tecnico individuato dalla regione in qualità di Soggetto gestore) – avrebbe dovuto valutare i progetti ed ammetterli al sistema di aiuto attraverso al pubblicazione dell’apposita graduatoria. Ed invece avviene che dalla presentazione delle domande alla pubblicazione delle graduatorie trascorrano già oltre quattro mesi. Esattamente il 21 aprile del 2019 vengono ammessi ad entrare nel sistema di tutoraggio e sostegno alle idee progettuali 38 imprese startup e 6 Spin Off. Si tratta di una fase decisiva per far sviluppare le idee di impresa attraverso un modello di incubatore d’impresa – definito TalentLab – durante il quale i proponenti ammessi vengono affiancati dal personale di FinCalabra attraverso un ciclo di formazione sulla cultura d’impresa, di servizi di assistenza ed affiancamento per la predisposizione di un piano d’impresa (una sorta di piano industriale del progetto). Il percorso sembrava incanalarsi nella giusta direzione con l’avvio dei corsi di tutoraggio e poi con la presentazione conseguente dei Piani di sviluppo aziendale (Psa) inoltrati dalle micro imprese proponenti, come da indicazione della macchina amministrativa regionale, il 21 ottobre del 2019. Nonostante la valutazione dei Psa sarebbe dovuta avvenire rapidamente soltanto il 10 febbraio scorso è stata pubblicata la graduatoria provvisoria del bando. In quell’occasione sono stati ammessi a finanziamento solo due spin off e 28 startup che a quasi cinque mesi da quella graduatoria non hanno avuto più notizie sulla pubblicazione della graduatoria definitiva.
OCCUPAZIONE E SVILUPPO POSSONO ATTENDERE Maglie strette per consentire alle migliori idee di contribuire alla crescita economica della Calabria, ma sempre con i tempi della burocrazia calabrese. Così i mesi sono trascorsi e – nonostante il bando prevedeva tempi certi per la conclusione dell’iter – quelle graduatorie definitive che dovevano consentire l’avvio delle iniziative – subito dopo la firma degli atti di adesione e obbligo – sono allo stato rimaste ancora lettera morta. Quell’anno e mezzo trascorso dall’inizio dell’iter non è stato sufficiente a garantire che le idee progettuali così innovative divenissero realtà. Con la paradossale situazione che magari qualcuno di quei progetti – proprio a causa del dilatarsi del tempo – possa essere divenuto “vecchio” prima di nascere. Ma tant’è. La burocrazia calabrese ha i suoi tempi. Occupazione, competitività e sviluppo possono anche attendere. E la Calabria del futuro può ringraziare. (r.desanto@corrierecal.it)
x
x