REGGIO CALABRIA L’impasse non si schioda. È ancora “miraggio” Commissioni, al Consiglio regionale. Il “vulnus” tra la maggioranza di centrodestra e l’opposizione di centrosinistra non si ricuce e non si riduce di un millimetro rispetto alle posizioni dell’ultima Assemblea di palazzo Campanella, chiusa con il ritiro del punto all’ordine del giorno: la presa d’atto delle dimissioni di sette su otto vicepresidenti delle Commissioni e l’elezione dei nuovi vice. La seduta si era chiusa con l’individuazione di un percorso, e cioè la designazione dei componenti delle commissioni da parte di tutti i gruppi e quindi, all’interno delle stesse, la successiva definizione delle vicepresidenze: ma questo percorso però non avrebbe prodotto alcun passo avanti.
Secondo quanto trapela da fonti del Consiglio regionale, il presidente Mimmo Tallini avrebbe inviato ai gruppi, segnatamente ai gruppi di opposizione (quelli di maggioranza questo problema non ce l’hanno o l’hanno già superato…), la richiesta dell’indicazione dei componenti delle Commissioni in un lasso di tempo non tassativo ma comunque congruo, ma né Pd, né “Io Resto in Calabria” né i Democratici progressisti né il Misto avrebbero – al momento – dato alcun riscontro. Piuttosto, il centrosinistra ricorda di aver inoltrato un’istanza a una lunga serie di soggetti istituzionali – da quelli governativi a quelli regionali, tra cui la (ancora inattiva) Giunta per il regolamento – denunciando «l’illegalità» che avrebbe costellato l’intero procedimento di designazione degli uffici di presidenza delle Commissioni nella ormai “storica” seduta del 12 giugno, quando il centrodestra, pur lacerato all’interno, alla fine si è accaparrato tutte le otto presidenze. Da qui il “vulnus”, non sanabile secondo il centrosinistra, che pure in questa fase sta vivendo le su tribolazioni, “orfano” com’è del leader alle Regionali Pippo Callipo – l’istanza per “Io Resto in Calabria” l’ha firmata Marcello Anastasi – e con Flora Sculco che ha “sgranato” il fronte dell’opposizione non essendosi dimessa dalla vicepresidenza della seconda Commissione, ritenendo velleitaria la posizione dei colleghi. E in effetti l’impressione è che, al di là del merito della rivendicazioni, adesso il centrosinistra si trovi su un sentiero strettissimo e con il fianco esposto alla critica di determinare una paralisi ancora più prolungata all’avio delle Commissioni, ancora di fatto non insediate a distanza di più di cinque mesi dalle elezioni. Del resto, spazi di trattative non ce ne sono, il centrodestra è stato già abbastanza chiaro nel dire che indietro non si torna, e che una rivisitazione delle presidenze sarà possibile più in là, certo non ora.
È quindi un muro contro muro che non si attenua, destinato a proseguire nella prossima settimana, quando, “di riffa o di raffa” l’impasse si dovrà sbloccare: il centrosinistra confida nella convocazione della Giunta per il Regolamento del Consiglio regionale, che finora non si è mai riunita e potrebbe (sottolineato potrebbe…) riunirsi tra martedì e mercoledì (e che comunque è a maggioranza centrodestra…).
Da quanto si apprende da fonti dell’opposizione, fino a che non ci sarà questo passaggio in Giunta del regolamento la minoranza non intende indicare i nomi dei componenti delle Commissioni, e questo ovviamente potrà essere un motivo di ulteriore “frizione” con un centrodestra “impermeabile” a qualsiasi ragionamento, al punto da invocare dal presidente Tallini, in caso di ostruzionismo perdurante del centrosinistra, l’attivazione dei poteri sostitutivi di designazione dei componenti delle Commissioni. Un epilogo che – secondo fonti della maggioranza – si vorrebbe scongiurare ma che è assolutamente plausibile. (a. cant.)
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