Klaus Davi «non ha voluto parlare della Locride ma di se stesso». La chiave di lettura appartiene ad Aldo Grasso, che ne parla in Padiglione Italia, rubrica settimanale sulla prima pagina del Corriere della Sera. Grasso riepiloga i tratti salienti di una delle polemiche della settimana. Quella costruita attorno allo spot realizzato dal massmediologo («qualunque cosa voglia dire», sottolinea) e opinionista (di nuovo, «qualunque cosa voglia dire») che, nell’esaltare la bellezza della Calabria, rilevava i pericoli delle vacanze settentrionali. «Oggi con il dilagare dell’epidemia nel Nord Italia non sarà più possibile praticare una cultura di massa del turismo con un sistematico sfruttamento del suolo e un impatto ambientale devastante», è il testo incriminato. Che, nella nuova versione del claim non c’è.
Il punto, per Aldo Grasso, non è soltanto l’«imbarazzante» scelta di creare divisioni nel Paese. Ma anche quella che sembra il disegno sotteso all’iniziativa. E cioè non parlare della Calabria ma di sé, tra l’altro nei giorni in cui Davi – che, «per anni, con genialità non comune, ha rifilato una serie di bufale ai giornali per promuovere qualche suo cliente» – ha annunciato la discesa in campo come candidato a sindaco di Reggio Calabria.
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