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«I dati sulle carceri calabresi sono allarmanti»

La denuncia di Graziano Di Natale (Iric), segretario-questore dell’Assemblea regionale: «Chiedo agli organi competenti, e al Ministero, di intervenire nella tutela di chi giorno e notte esercita il…

Pubblicato il: 06/07/2020 – 17:38
«I dati sulle carceri calabresi sono allarmanti»

CATANZARO «Sovraffollamento, carenza di agenti, aggressioni, suicidi: sulla situazione delle carceri calabresi, dal rapporto diffuso stamattina del Dap del Ministero della Giustizia emerge un quadro allarmante». Lo denuncia il consigliere Graziano Di Natale (Iric), segretario-questore dell’Assemblea regionale, sottolineando la necessità di interventi adeguati «per rendere vivibili e umane le strutture carcerarie, sia per il personale, sia per i detenuti». «I dati resi noti dal Ministero della Giustizia – aggiunge Di Natale – accendono i riflettori su ciò che si sta vivendo tra le mura delle 12 strutture carcerarie della Calabria, con le aggressioni degli ultimi giorni che hanno visto coinvolti due agenti della polizia penitenziaria nelle carceri di Castrovillari e Cosenza, conseguenza di una organizzazione ahimè inefficiente».
L’esponente politico evidenzia «che nel primo semestre dello scorso anno le aggressioni al personale penitenziario erano 378, mentre nel secondo erano addirittura salite a 502, ciò non è ammissibile. Secondo i dati del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria aggiornati al 30 giugno scorso, si registra un sovraffollamento in ben 7 istituti di pena, affiancato da una presenza sempre più ridotta della pianta organica della polizia penitenziaria, che pertanto – asserisce Di Natale- in queste condizioni non è in grado di assicurare i servizi adeguati».
E ancora: «Sabato pomeriggio – afferma il consigliere regionale di Iric- si è assistito ad un evento spiacevolissimo che a mio avviso rappresenta il fallimento di tale sistema organizzativo: un detenuto si è tolto la vita nel carcere di Cosenza. Non è a questo che si deve arrivare. Pertanto chiedo agli organi competenti, e al Ministero, di intervenire nella tutela di chi giorno e notte esercita il proprio lavoro al fine di garantire alla popolazione carceraria una degna detenzione».

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