ROMA «La vicenda relativa alla postazione di continuità assistenziale di Serrata è veramente surreale ed esprime in modo emblematico le incertezze e le falle di un prolungato ed annoso sistema di gestione della sanità calabrese». È quando dichiara il deputato del Partito democratico, Antonio Viscomi chiedendo la riapertura della guardia medica a Serrata, comune in provincia di Reggio Calabria, ai convini con quella di Vibo Valentia.
«La storia – spiega Viscomi – in sé, è semplice. Nel 2008 l’ASP di Reggio Calabria, allora (come ora) governata da una Commissione straordinaria decide di riorganizzare la rete delle guardie mediche e sopprime quella di Serrata. Nel 2012, però, su ricorso dell’Amministrazione comunale, il TAR di Reggio Calabria annulla la deliberazione dell’ASP. A questo punto inizia la classica trafila di incontri, di attese, di rinvii, di promesse. Non mantenute, però, tanto che nel 2017 lo stesso TAR pronuncia una sentenza di ottemperanza, che rafforza la decisione già assunta nel 2012. Riprende così la solita defatigante trafila, che allo stato non ha portato ancora ad una soluzione, nonostante la buona volontà di molte delle amministrazioni interessate. L’argomento sollevato è che la sentenza non può essere rispettata perché non ci sono soldi per tenere aperta la guardia medica. E questo, per intenderci, all’ASP di Reggio Calabria che certo non ha brillato, a quanto riportano le inchieste giornalistiche e giudiziarie, di oculata gestione delle risorse pubbliche».
Il deputato dem, continua riferendo di ave presentato un’interrogazione al Ministro della Salute «per cercare di chiudere questa partita, d’accordo con l’amministrazione comunale e la comunità democratica del comprensorio». Una richiesta quella di Antonio Viscomi, affinché il ministro Speranza «scenda in campo e prenda una posizione sul punto».
«Soldi buttati dalla finestra, in sanità, ce ne sono, e molti. E tuttavia pensare di ridurre i debiti sanitari rinunciando alla tutela della salute dei cittadini più deboli e fragili è veramente assurdo e sbagliato», chiosa il deputato del Pd.
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