di Roberto De Santo
CATANZARO La Calabria registra la più alta incidenza di cooperative giovanili sul totale delle cooperative attive presenti in regione. È il dato che emerge dall’Ufficio studi Confcooperative-Centro studi Legacoop che ha stilato un report dal tema “Il rilancio: le cooperative di giovani, innovazione e ricambio generazionale” passano i rassegna i numeri del settore ottenuti nel corso del 2019 in Italia.
Stando ai dati di questo rapporto, emerge infatti che la percentuale di cooperative attive a conduzione giovanile è pari all’11% contro la media nazionale del 6,8%. Scendendo nel particolare poi ci sono tre province su 5 in cui il tasso di incidenza sale addirittura oltre il 12 percento.
Si tratta dell’area della Città metropolitana di Reggio Calabria, del Catanzarese e del Vibonese in cui si registra il dato più alto dell’intero Paese. Segue il Cosentino in cui la percentuale di cooperative giovani oscilla tra il 9 e il 12% e per ultima la provincia di Crotone dove quel tasso scende ad un valore compreso tra il 6 e il 9% comunque al di sopra della media nazionale.
Sempre seguendo i record registrati dal settore in regione, emerge che nel settore primario (cioè quello legato al comparto agricoltura e pesca) due province si distinguono per primato su base nazionale. Ed in particolare il Reggino e l’area della provincia di Cosenza si classificano rispettivamente al terzo e al quarto posto della classifica nazionale per incidenza di cooperative a trazione giovanile sulla media presente sul territorio. Nel dettaglio nell’area della città metropolitana di Reggio Calabria sono presenti il 5,3% delle cooperative dedicate a questo settore seguita dal Cosentino con il 5%.
In termini di numeri assoluti a fine 2019 si contano in Italia 5.347 cooperative di giovani che in termini percentuali rappresentano il 6,8% del totale della cooperative registrate come attive presso le Camere di Commercio del Paese.
Le cooperative di giovani diffuse sia in ambiti tradizionali sia innovativi – fanno presente gli analisti – oltre a determinare il ricambio della base produttiva del Paese si confermano come forza propulsiva per il rilancio dell’Italia nel segno dell’autoimprenditorialità.
Da qui il peso specifico che questo segmento rappresenta per l’intero sistema produttivo calabrese. Una potenzialità da gestire al meglio per determinare una più corretta gestione della ripresa economica della Calabria dopo il ciclone che l’ha colpito a seguito dell’emergenza sanitaria del Coronavirus. (r.desanto@corrierecal.it)
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