COSENZA Squadra in ritiro. Questa la “punizione” decisa dal Cosenza dopo il brutto ko contro lo Spezia. Cinque gol presi ed una prestazione opaca per i rossoblù che ancora sperano nella salvezza. La matematica non condanna i silani, ma il gioco offerto nelle ultime partite lascia davvero poche speranze. Nelle prime due gare post Covid, i lupi avevano illuso tutti raccogliendo sei punti ed i meritati applausi dei tifosi che sui social avevano riempito nuovamente le bacheche con i colori rossoblù. Poi il clamoroso ed inaspettato black-out, una flessione inspiegabile. La fatica si è fatta sentire, ma la sensazione è che la squadra abbia mollato la presa quasi arrendendosi ad un inesorabile destino.
Il ritiro, nelle intenzioni della società di Guarascio, servirà a recuperare le energie mentali. Il gruppo rischia di demoralizzarsi ulteriormente dopo la batosta di ieri sera e trascorrere insieme 48 ore, prima del prossimo impegno casalingo contro il Perugia, potrebbe risollevare uno spogliatoio ormai depresso. Basterà? Difficile dirlo. La situazione in classifica si è maledettamente complicata dopo le ultime disastrose gare giocate da Riviere e compagni, ora obbligati a vincerle tutte per continuare a sperare. In due giorni, Occhiuzzi deve trovare le parole giuste per riaccendere l’entusiasmo dei suoi ragazzi come fece Al Pacino nel film cult “Ogni maledetta domenica”: «Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta. Siamo all’inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell’inferno un centimetro alla volta». Allenatore, psicologo, motivatore. Occhiuzzi è chiamato ad un’impresa, il Cosenza è padrone del proprio destino. (fa. ben.)
x
x