RENDE «Confermiamo la nostra idea che è arrivato il tempo di assumere decisioni non più procrastinabili: costruire un termovalorizzatore». Lo sostiene la Federazione Riformista di Rende. «E’ ormai pacifico – scrive la Federazione Riformista di Rende – che il sistema di smaltimento dei rifiuti più moderno, innovativo, efficace, meno inquinante e che, tra l’altro, produce energia e vapore, è l’utilizzo del termovalorizzatore. In Europa ne è esempio quello di Copenaghen, sul quale si scia, in Italia quelli di Bolzano, Brescia e Mestre. Noi riformisti rendesi siamo stati antesignani dell’utilizzo di questo sistema, poiché, nei lontani, ahimè, primi anni ‘80 del vecchio secolo, progettammo il primo termovalorizzatore d’Italia, successivamente realizzato, insieme alla città di Livorno, nei primi anni ‘90. Si trattava di un impianto di prima generazione che andava, quindi, continuamente aggiornato tecnologicamente e che, invece, fu brutalmente chiuso da un Presidente della Regione Calabria di centro-destra nel 1996. Come spesso è accaduto nella seconda metà del secolo scorso, la cultura socialista di governo era avanti di almeno 30 anni e, per questa ragione, spesso non venne capita. Quella decisione scellerata del Presidente della Regione dell’epoca, i cosentini ed i rendesi la stanno pagando a caro prezzo. Il sistema finché hanno funzionato le discariche di Crotone, San Giovanni in Fiore e Celico ha retto. Negli ultimi anni è andato continuamente in tilt sino a scoppiare definitivamente nelle ultime settimane». La Federazione Rifromista di Rende ricorda che «per tentare di risolvere questa drammatica situazione è stato istituito dalla regione l’Ato, un ente territoriale provinciale a cui è stata affidata la gestione dei rifiuti. L’assemblea dei sindaci dell’Ato di Cosenza ha eletto, nell’autunno 2018, come suo presidente il sindaco di Rende avvocato Manna. La scelta non è risultata felice. Manna aveva già dato una prova negativa nella gestione del settore nella città di Rende, nota per la sua pulizia e per il suo sistema di raccolta, all’epoca con cassoni differenziati, sempre puntualmente svuotati ed, addirittura, odorosi, al punto da suscitare la meraviglia dei passanti, soprattutto se provenienti da altri comuni. Con l’adozione del sistema della raccolta differenziata, che avrebbe dovuto determinare più pulizia della città e costi inferiori per il cittadino, Rende ha ottenuto l’effetto esattamente contrario e cioè più sporcizia per le strade ed innanzi ai condomini e costi pressoché raddoppiati per il cittadino, costi che potrebbero scandalosamente far registrare un ulteriore raddoppio per fine anno. Questo sconcertante scenario si completa, inoltre, con la scelta della Regione (silente il Comune di Rende) di consentire all’impresa Calabra Maceri, autorizzata alla nascita dal Comune per lavorare il rifiuto differenziato della sola Rende, di accogliere ben 600/800 tonnellate annue di rifiuti e di costruire, ad un tiro di schioppo dalla città, un impianto di trasformazione dell’umido in gas Metano, facendo diventare Rende la pattumiera della Provincia di Cosenza. Tornando all’Ato – prosegue la Federazione Riformista di Rende – il compito più importante dell’Ente era di individuare un sito per realizzare un cosiddetto ecodistretto, per il conferimento di tutto il materiale di scarto della raccolta differenziata, avendo a disposizione un finanziamento di ben 42 milioni di euro. Alla bisogna l’Ato fa registrare un clamoroso fallimento, per evidente incapacità politica di gestire processi complessi; e, dopo quasi due anni di improduttive riunioni, l’Ato decide di non decidere spogliandosi dei suoi poteri e chiedendo alla Regione di nominare un commissario ad acta (giudizio negativo pesantemente confermato dall’ingegnere Pallaria, dirigente regionale del settore che, con riferimento all’Ato di Cosenza, afferma: “stallo nella governance e disordine amministrativo”, infilzando con un colpo solo l’avvocato. Manna e l’ingegnere Azzato)». La Federazione Rifromista di Rende conclude: «. Nel segnalare l’azione dei novelli duchi di Notthingam, che spogliano i poveri per dare ai ricchi, con riferimento a quanto sta avvenendo con la raccolta differenziata, che il cittadino paga e ancor più pagherà a costi insostenibili per famiglie ed imprese, mentre i differenziatori incassano lauti proventi dalla vendita dei materiali, per quanto ci riguarda, confermiamo la nostra idea che è arrivato il tempo di assumere decisioni non più procrastinabili: costruire un termovalorizzatore. Rende ha tutte le caratteristiche per ospitare un impianto innovativo, non inquinante, che produce energia per la pubblica illuminazione e vapore per il teleriscaldamento di edifici pubblici e privati, a beneficio, anche, del cittadino utente. Nel contempo, ribadiamo la nostra contrarietà ad ospitate l’ecodistretto che non può essere allocato nel cuore di un’area urbana».
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