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Migranti ad Amantea, la protesta si sposta al Comune. Turco: «Situazione sotto controllo» – FOTO

Oltre cento cittadini sono stati ricevuti dai commissari prefettizi che reggono il Municipio dopo lo scioglimento del Consiglio comunale. Chiedono a gran voce l’allontanamento del centro degli extr…

Pubblicato il: 13/07/2020 – 13:12
Migranti ad Amantea, la protesta si sposta al Comune. Turco: «Situazione sotto controllo» – FOTO

di Roberto De Santo
AMANTEA
Dopo il blocco della statale 18 effettuato durante la giornata di domenica, la protesta per l’arrivo dei migranti – di cui 13 affetti da Covid-19 nel Centro di accoglienza straordinaria (Cas) – si è spostata davanti la sede provvisoria del Comune di Amantea. Qui, oltre un centinaio di cittadini ha chiesto di incontrare la triade commissariale che regge Amantea dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazione mafiosa. A gruppi i cittadini sono stati ricevuti nel teatro comunale dai vice prefetti Antonia Maria Grazia Surace, Vito Turco (che assieme a Berardino Nuovo reggono le fila dell’amministrazione comunale) che hanno relazionato sull’attuale situazione.  Nel corso dell’incontro erano presenti anche membri della task force dell’Asp di Cosenza che sta monitorando la situazione sanitaria della struttura. A parlare per primo il commissario straordinario Turco che ha cercato – nonostante le innumerevoli interruzioni – di chiarire lo stato dell’arte. Ma la tensione non si è arrestata perché la massa di cittadini che da domenica mattina si è mobilitata contro il trasferimento nel cuore di Amantea – noto centro turistico del Tirreno cosentino – ha invocato nuovamente a gran voce l’allontanamento dei migranti affetti da Covid dalla struttura che li alloggia. Una contestazione feroce sfociata in urla di protesta da parte dei cittadini presenti nel teatro comunale quando è stato chiarito che non era nelle capacità della Commissione decidere l’eventuale trasferimento dei soggetti in altra sede. «Non ci basta – ha detto uno dei cittadini rivolgendosi ai commissari – che la struttura venga blindata, chiediamo che siano curati in una struttura più idonea e lontana dal centro cittadino. Chiediamo sicurezza per noi e per loro. Inoltre, in due giorni abbiamo avuto un crollo economico. Viviamo di turismo e questa situazione ci ha già penalizzato fortemente».
Sullo stesso tono rassicurante l’intervento dell’altro commissario Surace anche lei ha ragguagliato sulla situazione definita «completamente sotto controllo» dei migranti presenti ad Amantea.
«Non è di competenza del Comune – ha detto Turco interpellato dal Corriere della Calabria – la decisione di eventuali spostamenti dei migranti giunti qui ad Amantea. Da parte nostra abbiamo avuto modo di sollevare la vicenda del disagio lamentato dai cittadini alla Prefettura di Cosenza e ai massimi livelli del ministero dell’Interno che dunque hanno ben chiara l’attuale situazione che sta vivendo la cittadinanza. Ma ripeto non è nelle nostre possibilità fare altro su questo fronte». «Quello che a noi spetta – ha chiarito Turco – è quello di garantire la massima sicurezza per i cittadini e per i migranti ospiti della struttura». A questo proposito il commissario prefettizio ha voluto precisare che «c’è una vigilanza attiva h24 dei migranti e della struttura dove alloggiano garantita fin dal loro arrivo dal personale delle forze dell’ordine».
«Nelle prossime ore – ha aggiunto poi – arriverà ad Amantea un contingente dell’esercito che presidierà l’area impendendo qualsiasi contatto con gli ospiti e qualsiasi possibilità di eventuale allontanamento dei migranti dalla struttura». Allo stato nel Cas di Amantea risultano presenti 24 migranti provenienti da Roccella Jonica di cui 13 affetti da Covid. Sullo stato di salute degli stessi Turco al Corriere ha rassicurato, «sono stati tutti visitate e continuano ad essere monitorati dal personale medico dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza che ha inviato ad Amantea una task force specifica». «Tutti i migranti godono di buona salute – ha detto ancora – soltanto alcuni presentano qualche leggerissima linea di febbre che si presume imputabile anche al forte stress cui sono stati soggetti durante la navigazione lungo le coste dello Jonio per raggiungere la Calabria. Ma anche su questo i sanitari presenti in struttura stanno costantemente monitorando la situazione valutando i singoli casi».
Alla domanda se la scelta di allocare i soggetti in una località turistica in pieno periodo estivo Turco ha chiarito nuovamente, «non è stata una nostra scelta, ma una decisione adottata dal ministero seguendo l’iter procedurale previsto in questi casi». Mentre su un eventuale trasferimento prossimo dalla struttura di Amantea ad altro sito fuori dalla cittadina, il commissario ha sottolineato che «non è a conoscenza. Ma se dovesse essere valutata questa ipotesi saremmo avvertiti e, a nostra volta, terremo informata la popolazione. Anche se non è all’ordine del giorno visto che la situazione è monitorata attentamente e costantemente dalle autorità competenti». Poi Turco ha detto che «i migranti arrivati da Roccella sono gli unici presenti all’interno del Cas di Amantea. A tutti loro è stata notificata l’ordinanza di quarantena obbligatoria e sono stati anche distanziati, vista l’ampiezza della struttura, separando i 13 soggetti risultati positivi al primo tampone dal resto del gruppo per evitare un eventuale contaminazione anche di questi ultimi». «Comprendo le preoccupazioni della popolazione che ha protestato – ha riferito ancora al Corriere il vice prefetto Turco – ma allo stesso modo mi sento di tranquillizzare tutti sul livello di massimo isolamento cui gli ospiti della struttura sono sottoposti e sulla costante vigilanza sul luogo della situazione».
Resta il danno d’immagine di una cittadina la cui economia si basa in gran parte sul turismo e finita al centro di una vicenda mediatica di ampiezza nazionale difficilmente sanabile. Un aspetto sul quale qualcuno dovrà meditare e sul quale è stato annunciato anche un esposto alla Procura. Intanto al termine di una lunga giornata fatta di incontri e tensioni, i manifestanti hanno “concesso” una tregua di 24 ore alle autorità locali in attesa che la situazione possa cambiare. Tradotto in altri termini che i migranti vengano trasferiti in altro luogo. Diversamente minacciano «nuove azioni più eclatanti». (r.desanto@corrierecal.it)

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