COSENZA Nessuna rivincita nei confronti della parte del Pd che non ha più creduto in lui, nessuna velleità politica – «per tranquillizzare tutti quelli che sono preoccupati» – nessuna candidatura, “no comment” sulle dimissioni di Callipo, ma la volontà di dare un contributo per la Calabria in una fase drammatica e di dare un contributo al centrosinistra «perché non ci siamo, non possiamo continuare così». È questo in estrema sintesi il senso della conferenza stampa-webinar dell’ex governatore Mario Oliverio, una conferenza stampa che comunque segna il ritorno a tutti gli effetti sulla scena politica regionale e nazionale di Oliverio. Che in premessa illustra il perché di questo incontro, dal titolo “Sud d’Europa: radici e futuro della civiltà”, corredato dall’hashtag #entriamonelmerito. L’ex governatore in sostanza lancia il progetto che come “Fondazione Europa Mezzogiorno Mediterraneo” ha messo in campo alla luce dell’emergenza Coronavirus.
«LA LATITANZA DEL CENTROSINISTRA» Secondo Oliverio, «il Covid non è una vicenda passeggera, ma ha determinato un contesto totalmente inedito, per quanto riguarda la qualità dei servizi sanitari, la sicurezza delle persone e il contesto, il riferimento nel quale le comunità e i singoli si muovono. Emerge, in fondo, che questa pandemia si concentra nelle zone a più alta densità demografica, alimentata anche da attività industriali e di alto inquinamento, si veda la Lombardia e il triangolo Veneto-Milano-Piacenza, Cina, Stati Uniti e le grandi aree metropolitane. Questo dato impone una riflessione su come rivedere la qualità dello sviluppo, a partire dal rapporto uomo-territorio e ambiente. Il secondo aspetto è che l’Europa, dopo un lungo periodo, riapre i cordoni della borsa e rivede i vincoli: tra Recovery Fund e Mes al nostro Paese arrivano oltre 300 miliardi. Alla luce di tutto questo, non c’è però una discussione all’altezza di questi temi, cioè adeguata a far tesoro di questa esperienza e ad aprire una nuova fase. Si balbetta ma non c’è una visione che avanza. E in questo campo – sostiene l’ex presidente della Regione – anche la centrosinistra e la sinistra deve fare uno sforzo coraggioso, ma ancora non ci siamo, la discussione è ancora molto a di sotto delle aspettative. E in questo quadro il Sud può essere una grande opportunità, perché non a caso è stato il territorio meno colpito, perché ha una condizione oggettiva per il rapporto uomo-territorio, se non ci fosse stata questa condizione sarebbe stata un disastro, basti pensare ai servizi sanitari». Oliverio calibra ancora di più il suo progetto: «Si tratta – dice – di aprire una grande discussione a partire dal Sud, mettendo in campo un progetto capace di definire proposte concrete e obiettivi rispondenti a una visione capace di utilizzare le risorse che l’Europa mette a disposizione per fare avanzare questo nuovo modello di sviluppo. Pensiamo a un’articolazione per tavoli tematici – infrastrutture, fondi europei 2021-27 – da far partire a settembre. Noto che la Calabria è in condizione di assoluta marginalità nel Decreto Snellimento, a esempio è compreso il tratto della Statale 106 tra Roseto e Sibari ma è già finanziato dal Cipe per 1,3 miliardi, cosa c’entra in questo nuovo programma? Non è possibile un atteggiamento passivo, ma è necessaria un’iniziativa politica: vale in generale ma mi riferisco in particolare al mio campo, il centrosinistra. Se una forza di cambiamento non si alimenta di una discussione nel merito si rinunzia e la rinunzia non è la bandiera delle forze della sinistra e del cambiamento, è rassegnazione, e questo porta a nichilismo e desertificazione. Ma non gioisco di questo, non sono animato da spirito di rivincita, soffro, e voglio con le mie energie, le mia storia, evitare che prevalga la rassegnazione e si affermi l’idea del cambiamento». Oliverio quindi ribadisce che «c’è una assenza di un confronto sui problemi drammatici che pone la realtà, c’è una tendenza a rincorrere, balbettando, senza mettere in campo un’iniziativa politica forte e un proprio punto di vista. Non può essere accettato un circolo chiuso di discussione, perché così prevale lo stereotipo per cui non c’è nulla da fare, per cui la rassegnazione prevale: bisogna reagire perché questo messaggio è devastante». Un passaggio sul tema della legalità: «Il fenomeno della criminalità organizzata e della ‘ndrangheta – rileva l’ex presidente della Regione – non si combatte rappresentando tutto come ‘ndrangheta, invece bisogna essere produttori di un messaggio positivo, che non significa rimuovere le negatività, che vanno prese di petto e combattere, ma mettendo in campo un progetto positivo».
IL FUTURO DELLA SINISTRA IN CALABRIA Inevitabile che la riflessione di Oliverio scivoli sull’attuale (e difficile) situazione politica nel campo del Pd e del centrosinistra in Calabria anche se l’ex governatore evita di scendere troppo nel dettaglio. «Il rinnovamento è necessario, ma va inteso come apertura di un campo a nuove forze. Se il rinnovamento è mettere le terze e quarte file in attesa di una candidatura al Parlamento, alla Regione, a un ente locale tutto si riduce a una ricerca di accordo del momento e tutto si rinsecchisce. Invece – spiega l’ex governatore – bisogna alimentare una grande discussione e aprire un confronto vasto. Non c’è da parte mia, ripeto, spirito di rivincita, non gioisco, c’è una sofferenza per uno come me ha una storia e un’esperienza e non è neutro. E vedo soprattutto una terra che non è giusto sia lasciata in questa deriva. Io voglio contribuire in ordine generale ma anche con un segno di appartenenza, perché è evidente non sono neutro. Al mio campo politico dico che non ci siamo, situazione è grave e non possiamo continuare in questa situazione ». E ancora: «La sinistra e il patrimonio che rappresenta perdono i suoi connotati quando si allontana dal merito delle questioni e su un’idea di sviluppo per ripiegare nelle camarille di collocazioni, prebende, aspirazioni, La realtà della sinistra è molto ampia ma è disgregata e frammentata in Calabria, allora – aggiunge – si tratta di offrire un terreno di confronto, è poi necessario che concretamente si cambino modi di essere, metodi, e tutti dobbiamo dare un contributo perché tutti, chi più chi meno ha responsabilità. Ma è necessario non chiudersi, aprire e avere anche la forza di ripensare in modo critico eventuali limiti ed errori, per questo è necessario aprire una discussione forte con un respiro ampio, ancorata al Sud come risorsa».
«DA DICEMBRE NON HO RAPPORTI CON ZINGARETTI» «Non sento Zingaretti né altri dirigenti del Pd da quando ha dicembre gli ho scritto per ritirare la mia candidatura per evitare che io fossi un elemento divisivo su cui stavano lavorando, non sento né lui né altri dirigenti da dicembre», confida poi Oliverio rispondendo alle domande dei giornalisti».
NO COMMENT SU CALLIPO No comment da parte dell’ex governatore sulle dimissioni dal Consiglio regionale di Callipo, che la segreteria nazionale del Pd ha scelto come candidato alla regione al suo posto. «Voglio evitare commenti sulle dimissioni di Callipo, i cittadini e i consiglieri hanno tutti gli elementi per fare delle valutazioni, voglio evitare – spiega Oliverio – di essere tirato in una discussione si questo, ho le mie idee ma avremo modo e tempo di discutere le miei idee ma oggi voglio evitare che siano spostati gli intenti di questa conferenza stampa su altro terreno».
«NO A MIE CANDIDATURE» Oliverio poi specifica ulteriormente. «Noi ci dobbiamo liberare da un approccio distorto della politica, frutto dell’idea che fare politica significa avere una funzione di potere. Io credo che anche questo va sfatato. Fare politica significa anche assumere iniziativa libera dall’esercizio di funzioni di potere e istituzionali, come sta facendo qui. Dobbiamo recuperare e per farlo è necessario mettere in modo un processo e alimentare un confronto e una partecipazione». Quanto al suo futuro, l’ex governatore precisa: «Non ho nessuna velleità di candidature, non esiste. Ho solo un assillo, quello di poter affermare in questa terra la possibilità di un riscatto e farlo avendo la consapevolezza che o il riscatto parte da noi o nessuno ci regala nulla. E’ necessario combattere». E ai giornalisti che insistono chiedendo se è interessato a una leadership del Pd calabrese in vista del futuro congresso, Oliverio è sibillino: «Tranquillizzo perché vedo che ci sono molti preoccupati… Non c’è nessuna candidatura a livello istituzionale o politico, c’è però una preoccupazione fortissima, tesa a non dilapidare un patrimonio e a proiettarlo in un progetto di più ampio respiro coinvolgendo soprattutto i giovani. Ovviamente – conclude l’ex presidente della Regione – io non sono neutro e quindi non sto fermo, da qui questa iniziativa, che parla non solo alla sinistra ma a tutto il mondo che esprime bisogni». (a. cant.)
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