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‘Ndrangheta, Ferro e Donzelli al Governo: «Maggiori controlli su legami con la mafia cinese»

Interrogazione dei due deputati di Fratelli d’Italia ai ministri della Giustizia e dell’Economia: «Tra il 2018 e il 2019 la criminalità finanziaria cinese ha nascosto al fisco italiano oltre 1 mili…

Pubblicato il: 16/07/2020 – 19:41
‘Ndrangheta, Ferro e Donzelli al Governo: «Maggiori controlli su legami con la mafia cinese»

CATANZARO «La capacità della ‘ndrangheta di occultare capitali illeciti in Cina, emersa dalla indagine Habanero che ha acceso i riflettori su una maxi frode fiscale ramificata in sette regioni italiane e all’estero, è al centro di una interrogazione che i deputati di Fratelli d’Italia Wanda Ferro e Giovanni Donzelli hanno rivolto ai ministri della Giustizia e dell’Economia, per chiedere al governo di potenziare le strategie di contrasto alle frode e ai meccanismi internazionali di evasione fiscale, anche attraverso il potenziamento delle capacità investigative nei confronti della criminalità cinese». Lo riporta una nota congiunta dei due parlamentare di Fratelli d’Italia.
«L’interrogazione dei deputati di Fratelli d’Italia – è detto – scaturisce dalle risultanze investigative dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza con il coordinamento della Dda di Milano, che ha consentito di arrestare 8 persone in particolare per associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale aggravata dal metodo mafioso e dalla disponibilità di armi, autoriciclaggio, bancarotta, intestazione fittizia di beni e valori. Secondo quanto emerge dall’indagine, infatti, il principale indagato, inserito in una cosca di ‘ndrangheta, ha presentato richiesta e ottenuto contributi a fondo perduto per un ammontare di 45mila euro e ha tentato di beneficiare dei finanziamenti per le imprese previsti dall’emergenza sanitaria connessa alla diffusione del Covid-19».
«L’ammontare dei contributi – si evidenzia – sarebbe stato poi assegnato a una società intestata a un prestanome e gestita da un indagato collegato alla ‘ndrina di San Mauro Marchesato, in provincia di Crotone. I due calabresi, indicati come “promotori ed organizzatori del sodalizio”, attraverso un complesso e collaudato sistema sarebbero riusciti ad inviare il denaro riciclato anche a istituti di credito cinesi grazie al ruolo di un soggetto cinese residente a Prato, che riusciva a far scomparire i soldi in società o su conti cinesi per poi portarli “ripuliti” in Italia sotto forma di denaro contante “consentendo in tal modo di sottrarre al circuito legale ingenti capitali”».
Secondo Ferro e Donzelli «tra il 2018 e il 2019 la criminalità finanziaria cinese ha nascosto al fisco italiano oltre 1 miliardo di euro».

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