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Le idee di Domenico Piraina per la Catanzaro del dopo Covid. «Ricostruire le relazioni sociali»

Il Direttore di Palazzo Reale risponde all’appello all’appello lanciato dall’Assessore alla Cultura, Ivan Cardamone attraverso il forum virtuale dedicato a progetti e idee per la città del futuro. …

Pubblicato il: 17/07/2020 – 7:07
Le idee di Domenico Piraina per la Catanzaro del dopo Covid. «Ricostruire le relazioni sociali»

CATANZARO Anche il Direttore di Palazzo Reale, Domenico Piraina, catanzarese di successo, ha risposto all’appello lanciato dall’Assessore alla Cultura, Ivan Cardamone, per immaginare la Catanzaro del dopo Covid, attraverso il forum virtuale dedicato a progetti e idee per la città del futuro.
LA CARRIERA DI PIRAINA Domenico Piraina è un dirigente pubblico italiano, direttore di Palazzo Reale, del Padiglione d’arte contemporanea e dei musei scientifici milanesi.
La formazione storico-artistica-letteraria unita agli studi giuridico-economici, gli consente di intraprendere una significativa carriera in ambito museale, diventando uno dei manager culturali e dei museologi più noti in Italia, con forti relazioni con le più importanti Istituzioni internazionali del settore.
Tra gli incarichi ricevuti vi è quello della Vice presidenza della Fondazione Bagatti Valsecchi e di membro del consiglio di Amministrazione del prestigioso Convitto Longone, antica istituzione scolastica milanese.
E’ membro del comitato scientifico del “Marca” – Museo d’arte contemporanea di Catanzaro, del Centro Studi Archeologia africana, della Società italiana di Scienze naturali, del Comitato Scientifico del Master of Art dell’Università Luiss di Roma nonché del progetto “Musei dinamici” della Fondazione del Politecnico di Milano.
Dal 2018 è’ Ambasciatore della Calabria nel mondo e dal 2019 Cavaliere al Merito della Repubblica italiana.
Collabora con i più prestigiosi musei del mondo, con i critici e gli storici dell’arte più autorevoli; ha realizzato, come responsabile della parte culturale del marketing territoriale della Città di Milano, diverse mostre anche all’estero (Giappone, Russia, Brasile, Giordania, Israele…) per la promozione internazionale della Città di Milano.
Nella sua carriera ha diretto la realizzazione di più di 1500 mostre e scritto innumerevoli saggi critici pubblicati dai più prestigiosi editori d’arte. Tra le mostre più significative che ha organizzato si ricordano, per citarne alcune, quelle su Leonardo da Vinci, Giotto, Caravaggio, Picasso, Modigliani, Cezanne, Klimt, Van Gogh, Chagall, Kandinskj, Hopper, Salgado, Robert Capa,Henry Cartier-Bresson, Rubens, Keith Haring, Manet, Andy Wharol, Monet, Magritte, Van Dyck, Hokusai, Canova, Dalì, Goya, Rodin, Pollock ,Escher, Antonello da Messina, Georges de la Tour.
Ha contribuito a costruire il progetto culturale del dossier che permise alla Città di Milano di vincere nel 2008 l’assegnazione dell’Expo.
«PROMOZIONE CAPILLARE DI UN IRRIPETIBILE PATRIMONIO CULTURALE, UNICO E INIMITABILE» Secondo Piraina «la crisi sanitaria sta producendo effetti economico-sociali di rilevantissima entità, i cui confini son ad oggi solo parzialmente noti. Tra gli effetti degni di interesse devono ascriversi anche quelli relativi alla cultura anche perché, proprio per le sue intrinseche caratteristiche, la pandemia ha colpito duramente la sfera della socialità, delle relazioni, aspetti di cui si nutre ogni iniziativa culturale».
«Occorre pertanto – secondo il direttore del Palazzo Reale – innanzitutto, con ogni necessaria e dovuta prudenza, ricostruire la trama delle relazioni sociali, un’azione di grande senso civico ed etico cui il mondo della cultura può offrire un rilevantissimo contributo, essendo esso il perno di filiere decisive sia in termini strettamente economici sia in termini di costruzione del brand Italia, questione di vitale importanza nello scacchiere competitivo globale; la mente corre al turismo, alla moda, al design, all’arte, al paesaggio ambientale, alla gastronomia, all’artigianato e alle loro connesse filiere produttive.
Siamo i legittimi eredi di un irripetibile patrimonio culturale e dobbiamo puntare su di esso per superare la crisi che ci sta attanagliando.
Il primo passo è quello di ripartire dalla capillare promozione della consapevolezza di possedere un patrimonio unico e inimitabile, un museo che non è concentrato in un solo luogo ma è diffuso in tutti i comuni, piccoli e grandi, di cui la nostra Nazione è costellata.
Partire dalle città e promuoverne la conoscenza storico-artistica, progettare itinerari che valorizzino modalità turistiche slow, incentivare, in una logica di solidarietà e di sussidiarietà, l’apertura al terzo settore e alle imprese creative negli ambiti della produzione e valorizzazione culturale.
«Può salvarci dai giorni che verranno la pietà del passato?», scriveva il grande poeta calabrese Felice Mastroianni. Io ci voglio fortemente credere».

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