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Ato Cosenza boccia la proposta di contratto dei servizi avanzata dai privati

L’ufficio di presidenza ha convocato per giovedì una riunione dove si tenterà di rispedire al mittente la proposta fatta pervenire ai sindaci

Pubblicato il: 18/07/2020 – 13:16
Ato Cosenza boccia la proposta di contratto dei servizi avanzata dai privati

di Michele Presta
COSENZA L’Ato Cosenza c’è e batte un colpo. Nonostante le parole forti usate da Marcello Manna circa l’autorità d’ambito (qui la notizia) e le sue dimissioni rassegnate e non ratificate (qui i motivi della scelta) questa volta il braccio di ferro è direttamente con i privati (Calabria Maceri) che hanno fatto pervenire sulla scrivania dei sindaci della provincia di Cosenza una proposta di rinnovo dei contratti di servizi, scaduti lo scorso 30 giugno e per il 2020 già in proroga come deliberato dalla riunione del 7 febbraio 2020. Per ripulire le strade di piccoli e grandi comuni dai cumuli di rifiuti ammassati nelle ultime settimane del mese di giugno è stato necessario l’intervento della regione che, fino al mese di agosto, si accollerà i costi di gestione. Ma sulla spazzatura prodotta in Calabria si naviga a vista. Gli impianti languono così come le casse delle amministrazioni comunali e gestire il ciclo dei rifiuti in modo virtuoso, come si augura in primis il governatore Jole Santelli, è quasi più complicato che risolvere un sudoku sotto il Sol Leone. L’offerta arrivata senza consultare l’ufficio di presidenza di Ato, per Marcello Manna e gli altri componenti, rappresenterebbe un colpo basso. È per questo che hanno approvato all’unanimità, nel pomeriggio di venerdì 17 luglio di voler proseguire con il rapporto con la parte privata «agli stessi patti e condizioni della convenzione precedentemente stipulata» cioè quanto stabilito nel mese di febbraio. Per Ato Cosenza si deve proseguire tenendo conto del principio di continuità amministrativa con identico prezzo unitario e dunque la convenzione per il contratto del primo semestre deve coincidere con il secondo semestre. Una scelta dettata, in primis per evitare che i costi lievitino (per amministrazioni e dunque cittadini) e poi per procedere secondo quanto previsto dalla legge 14/2014 che prescrive quelli che sono gli ambiti entro cui può operare Ato rifiuti.
LA PROPOSTA E I COSTI L’ufficio di presidenza ha deliberato in questa direzione e allo stesso modo dovrà essere chiamata a fare l’intera assemblea che è stata convocata per il pomeriggio del 23 luglio nella sala consiliare del comune di Rende. Il primo punto all’ordine del giorno è chiaro: «Approvazione proroga della convenzione con il gestore dell’impianto privato di trattamento rifiuti a servizio dell’Ato Cosenza, agli stessi patti e condizioni della convenzione precedentemente stipulata». La proposta avanzata da Calabria Maceri è differente. La società è in credito, per diverse migliaia di euro e ha proposto di smaltire i rifiuti fino al 31 dicembre del 2020 per 195,10 euro oltre Iva per l’indifferenziata mentre per l’organico il prezzo è di 124,10 euro oltre Iva. Per tutta la provincia di Cosenza il costo del servizio supera 1 milione e 400mila euro. Nelle more, sono richieste delle garanzie: l’anticipazione del 30% dell’importo e l’assunzione da parte di un comune di individuare un responsabile amministrativo per istruire la pratica dell’affidamento diretto. Ato rivendica lo sconfinamento di potere rispetto a quanto contenuto nella legge 14 del 2014, Calabria Maceri sostiene il contrario, forte anche delle annotazioni inviate dalla regione circa lo «stallo di governance, di Ato Cosenza» che avrebbe portato in scadenza il contratto di servizi senza trovare una soluzione. Un braccio di ferro, di cui gli unici a farne le spese, qualora lo stallo non si superasse sarebbero i cittadini. La riunione di giovedì potrebbe essere risolutoria. Nel frattempo non rimane che aspettare. (m.presta@corrierecal.it)

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