Riceviamo e pubblichiamo.
Da qualche mese sono vittima, mio malgrado, delle attenzioni indesiderate dei signori Vincenzino Ruberto e Pasqualino Scaramuzzino con l’obiettivo di farmi dimettere da consigliere comunale di Lamezia Terme, in modo che lo stesso Ruberto, primo dei non eletti, possa prendere il mio posto; potendo subentrare, infatti, solo con la mia esclusione, e non con quella di altri.
Nonostante sia parecchio impegnato per lavoro su molti eventi e festival e stia ultimando il mio nuovo romanzo, sento la necessità di esprimere qualche considerazione, soprattutto per rispetto dei miei concittadini elettori, che mi hanno voluto al ballottaggio e in Consiglio Comunale, e dei tantissimi non solo lametini che mi stimano e mi seguono con affetto.
Dopo aver rifiutato altre due proposte di candidatura a sindaco in precedenti consultazioni, questa volta ho accettato con lo spirito di servizio e contributo alla mia città, non potendo mai immaginare che potessi diventare bersaglio, incredibilmente, di due persone dello stesso partito e, quindi, della stessa coalizione che mi ha proposto e sostenuto. È un fatto molto grave sia politicamente sia umanamente, proprio in considerazione del fatto che, in campagna elettorale, erano al mio fianco.
Ruberto, addirittura, ha preteso di intervenire in un comizio nonostante non volessi, al termine del quale sono stato costretto a rimproverarlo energicamente per il livello bassissimo dei toni usati, a parere non solo mio, tra dialetto e offese gratuite, nonché volgari, agli avversari.
Dalla sua, Scaramuzzino, che molti ricorderanno quale sindaco sciolto per mafia, mi ha telefonato il giorno prima della mia decisione per chiedermi di rinunciare, in quanto avrebbe voluto candidarsi al posto mio.
Non so dire se la loro acredine sia dovuta anche a ciò, ma certamente, l’ostinazione e la persecuzione con cui Ruberto punta alla mia carica di consigliere, dopo aver avuto in tale ruolo moglie e figlio per vari anni, sono la riprova dello spessore scadente di alcuni esponenti della politica locale in una città già vittima di ben tre scioglimenti comunali.
In merito allo specifico delle accuse di debiti verso il Comune che, dopo essere state dettagliatamente rispedite al mittente, proseguono in modo confuso a solo scopo intimidatorio e diffamatorio, confermo l’inesistenza di alcun debito personale e neppure di quelli, a loro dire, ereditati, in quanto si tratta di immobili venduti da mio padre nella sua nota attività di costruttore, basata su serietà e legalità, come da sentenze del Tribunale e Atti notarili trasmessi in Comune dal mio legale avvocato Tiziano Lio.
Ciò nonostante, per evitare qualsiasi imbarazzo ai colleghi consiglieri e allo stesso Sindaco, ho già provveduto a pagare i circa tremila euro indicati nella relazione dell’Ufficio Tributi, con riserva di azione per il recupero delle somme, in quanto debiti non esistenti, basati su visure catastali che non attestano la reale proprietà di un bene, peraltro in presenza di rinuncia all’eredità ed errore nelle notifiche.
Altrettanto insussistente è la denuncia per infedele autodichiarazione di compatibilità, in quanto alla stessa, nel dubbio, ho allegato la distinta e la richiesta di rateizzazione dei presunti debiti rilasciata preventivamente dall’Ufficio Tributi, in attesa di poterli verificare.
Chiudo con una riflessione sull’intimidazione che il signor Ruberto ha denunciato di avere subito. Mi auguro vivamente che le Autorità Competenti ne scoprano l’autore, perché, goliardia o demenza, questa città deve liberarsi di quella politica che l’ha fin troppo umiliata e avvilita.
Da questo momento, spero di poter tornare al mio lavoro, alle mie cose e al piccolo contributo che posso dare, anche solo in termini di legalità e immagine positiva, alla mia Città.
Ruggero Pegna
consigliere comunale di Lamezia Terme
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