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«L’asterisco "leghista" di Fiacca Italia»

di Antonella Grippo

Pubblicato il: 19/07/2020 – 7:46
«L’asterisco "leghista" di Fiacca Italia»

Non è un mistero per alcuno l’esiguità del potere contrattuale di Forza Italia nella coalizione di destra-centro, sul piano nazionale. Il partito di Berlusconi, infatti, stanti le agoniche percentuali elettorali, non è in grado di dettare la linea dentro l’emisfero di riferimento. E, tuttavia, proprio nel frangente più difficile della storia del partito azzurro, Silvio incassa il placet dei suoi storici nemici (Prodi e De Benedetti) perché si dia luogo ad un’intesa, cosiddetta istituzionale, nel tentativo di arginare le pulsioni sovraniste, che “oltraggiano” il totem dell’Europa e delle consorterie finanziarie transnazionali. Nel frattempo, la Calabria azzurra e (non più) delle Libertà muove in assoluta controtendenza rispetto al paesaggio di cui sopra. Tutto ha inizio il 26 Gennaio, allorquando le elezioni regionali compiono un inatteso prodigio: la riesumazione della salma della formazione forzista, che si riteneva, a torto, definitivamente tumulata. Il voto, capillarmente organizzato sul territorio, attraverso relazioni epidermico- clientelari non suscettibili di erosione, restituisce, incredibilmente, la golden share dello schieramento ai forzuti italici. La prospettiva si ribalta e ridimensiona le aspettative della Lega di Salvini, che non riscuote diffusa audience. Lo stesso numero di spettatori di una replica televisiva de “La casa nella prateria” il 15 Agosto, su Televomero.
Di lì a poco, la Santelli impronterà la sua azione di governo al più solitario e strafottente dei “decisionismi”, infischiandosene dei malcapitati interlocutori di cordata. Sennonché, l’ironia della sorte le riserva un tiro mancino: un perfido asterisco. Il segno grafico, che serve di richiamo a note marginali o a piè di pagina, compare, la settimana scorsa, nel bollettino illustrativo dell’andamento del Covid sul sito della Regione. L’asterisco, in questo caso, deflagra, mutatis mutandis, come una sorta di “lettera scarlatta” dell’Inghilterra puritana e retrograda del diciassettesimo secolo, ed espone al pubblico ludibrio ventidue migranti positivi al virus. Una figata leghista che neanche  il più sbracato dei Borghezio. Qui, dal canto di Jole, si consuma lo scippo, il borseggio di una linea politica, sfuggita di mano allo stesso Salvini, il cui potere di fascinazione in Calabria, oggi, è pari a quello  degli esangui ritornelli delle canzoni di Marco Carta. Matteo ha il medesimo appeal della cover di Biagio Antonacci che canta (rovinosamente) Battiato. L’asterisco santellico, inoltre, segna platealmente il divorzio della Presidente dai tradizionali intenti umanitari e liberali del suo partito medesimo, Forza Italia. Cosa volete che sia! Solo la rimozione in toto del proprio background. Con un asincronismo perfetto e una dissonanza fragorosa. Come piazzare gli strilli di Checco dei Modà nell’ouverture del Tannhauser di Wagner. La scelta simbolica del maledetto asterisco, paradossalmente, coincide proprio con la  glorificazione universale di Silvio, il moderato. Come dire, ti sparo un bel celeste sul marrone! Metto la mortadella nella carbonara.
Io, se fossi Invernizzi, segretario regionale del Carroccio, mi incazzerei di brutto, rivendicherei il diritto di autore! E, invece, nulla. Silenzio di tomba. I ragazzi di via Bellerio, emigrati in Calabria, si sono fatti fottere da Jolanda pure l’esclusiva della linea “antisbarchi”, della chiusura dei porti, del filo spinato e della blindatura dei confini di terra e di mare. E che Madonna! Non è che ci si possa dedicare, in terra calabra, soltanto alla “tildeminasizzazione” della Lega! Così facendo si rischia di essere risucchiati da una nuvola di cipria reggina. Mentre Fiacca Italia di Calabria prepara le sue guarnigioni alla volta di Pontida, dotandole di valigia di cartone, con tanto di spago, per meglio custodire le ampolle del Crati. Alla faccia di Prodi, De Benedetti, Conte. Dell’Europa! Alla faccia di Berlusconi che, in un dialogo surreale (ma non tanto), dice a Salvini: «Pur di non vederti a Palazzo Chigi, sono disposto a testimoniare che Piercamillo Davigo è un mandrillone e fa sangue persino a Belen Rodriguez».

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