CATANZARO Il Tar Catanzaro (relatore Francesco Tallaro) ha emesso la sentenza numero 1356/2020 con cui ha respinto il ricorso proposto dal Comune di Catanzaro avverso la delibera di Giunta regionale del 9 settembre 2019, 423 e della documentazione ad essa allegata, tra cui il “Regolamento per le procedure di autorizzazione, accreditamento e vigilanza delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale socio assistenziali, nonché dei servizi domiciliari, territoriali e di prossimità”, con cui la Regione Calabria ha demandato, nel rispetto di principi costituzionali di sussidiarietà, cooperazione, efficienza e efficacia che devono regolare i rapporti tra Enti locali e Regione, ai comuni “Capi Ambito”, tra i quali vi è proprio il Comune di Catanzaro, il compito di individuare i soggetti – tra quelli autorizzati, accreditati e iscritto all’apposito albo – presso cui acquistare o ai quali affidare i servizi sociali.
Con la sentenza, il Tar Catanzaro, nell’accogliere le tesi difensive formulate dalla Regione Calabria e dalla Gratal srl, società operante nel settore dei servizi socio-assistenziali intervenuta nel giudizio ad opponendum, difesa dall’avvocato Giuseppe Pitaro, ha rigettato il ricorso proposto dal Comune di Catanzaro e ha confermato i provvedimenti impugnati poiché ritenuti legittimi e conformi al dettato costituzionale.
«Alla luce di tale sentenza – è il commento dell’avvocato Pitaro – la cosiddetta “riforma del welfare” può essere portata, finalmente, a termine e le strutture socio-assistenziali come la Gratal, che svolgono da svariati mesi i loro servizi di assistenza e cura delle persone anziane e disabili senza ricevere alcun pagamento né dalla Regione Calabria né, tantomeno, dai comuni “Capi Ambito”, possono essere remunerate per l’attività svolta».
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