di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME Una battaglia politica combattuta fino all’ultima preferenza, portata avanti grazie all’aiuto strategico di una figura di spicco della cosca locale di ‘ndrangheta. Questo, almeno, è quanto è emerso dalle carte dell’inchiesta “Imponimento” – coordinata dalla Dda della Procura di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri – e che ha portato al fermo di 75 soggetti.
Scenario della “guerra” elettorale è Maida, piccolo centro montano della provincia di Catanzaro. L’occasione si presenta alle elezioni per il nuovo sindaco del Comune del 11 giugno 2017 (a vincere sarà Salvatore Paone). Tra i candidati, infatti, c’è anche Valeria Fedele (Lista n.3) pronta a tutto per ottenere la vittoria. Al punto che – scrivono gli inquirenti – interviene il padre, Filadelfio Fedele detto “Delfino”, pronto ad intercedere per la figlia e a chiedere l’aiuto dello storico amico Rocco Anello, considerato dagli inquirenti il boss della cosca di ‘ndrangheta Anello-Fruci, tra gli indagati nell’inchiesta.
LA GUERRA DEI CUGINI GIARDINO L’obiettivo di “Delfino” Fedele è quello di far desistere dalla corsa elettorale Francesco Giardino (cl. ’72), figlio di “Peppe”, considerato un possibile candidato della lista avversaria, per poterne recuperare le preferenze a favore proprio della lista di Valeria Fedele. A scriverlo nero su bianco sono proprio gli inquirenti che hanno intercettato il dialogo tra Rocco Anello e Filadelfio Fedele avvenuto il 24 marzo 2017.
«Però tu a Giardino, a Peppe, gliela dovresti dare una parola, gli dici: ‘Ma che state facendo?’». Questo quanto suggerisce “Delfino” a Rocco Anello, invitandolo a parlare con Giuseppe “Peppe” Giardino, padre proprio di Francesco. Nel corso della conversazione Rocco Anello chiede a Filadelfio se Francesco, figlio di “Peppe” Giardino, si sarebbe potuto candidare con la lista della figlia (Valeria) ritenendolo più valido del cugino. L’interlocutore risponde affermativamente, evidenziando, però, che loro stavano già candidando un altro Francesco Giardino, ovvero il figlio di Vittorio (e cugino dell’altro Francesco) «O uno o l’altro (…) Lui è meglio che sta fuori».
L’IMPEGNO DI ROCCO ANELLO Gli interessi del capo cosca Rocco Anello per elezioni di Maida del 2017 e il suo impegno a mantenere la promessa fatta a Filadelfio Fedele emergono anche in altre intercettazioni sia telefoniche che ambientali, captate dagli investigatori. Una vicenda che ha visto l’impegno anche di Giovanni Anello, già consigliere comunale del Comune di Polia, oggi vicesindaco, (tra i fermati nel blitz di oggi) e perfettamente inserito nella consorteria ‘ndranghetistica, svolgendo la funzione di vero e proprio factotum del capo cosca Rocco Anello. È Giovanni Anello, infatti, a fare da tramite con Francesco “Frank” Giardino (cl. ’87) e che aspirava a candidarsi con la lista di Valeria Fedele e l’altro Francesco Giardino (cl. ’72) che doveva candidarsi con un’altra lista, quella del sindaco uscente Dario Amantea, recapitando loro i messaggi di Rocco Anello.
LA SCELTA DI CAMPO Dalle conversazioni tra Rocco e Giovanni Anello emerge – scrivono gli inquirenti – l’intenzione di Francesco Giardino (cl. ’72) di candidarsi con la lista dell’amministrazione uscente, proprio perché aveva ricevuto in passato alcuni favori per una lottizzazione e un “palazzetto” mentre Valeria Fedele, evidentemente all’opposizione, lo aveva ostacolato. Giovanni Anello spiega poi a Francesco Giardino di attendere la risposta dell’altro Francesco: «Comunque disse che altri due giorni ci vedevamo e parlavamo… Avevamo la risposta sicura. Quindi penso che per fine settimana ci vediamo». Una situazione, dunque, delicata. Secondo Giovanni Anello le elezioni le avrebbe vinte Valeria Fedele mentre per Francesco Giardino (cl. ’72) ad aggiudicarsi la vittoria sarebbe stato il sindaco uscente. «Tuo cugino dice alla fine le famiglie votano tutte a… all’ex sindaco».
LA POSIZIONE “SCOMODA” DEL BOSS ANELLO Al boss Rocco Anello si rivolgono, dunque, entrambi i parenti Giardino i quali, si legge nelle carte, anziché chiarire tra di loro la questione delle candidature, si affidavo spregiudicatamente all’intermediazione del capocosca, sperando ognuno che Rocco Anello bloccasse la candidatura dell’altro. Alla fine l’intervento di Rocco Anello si rivelerà utile, ma fino a un certo punto. Già perché a candidarsi nella lista avversa a quella di Valeria Fedele sarà Antonio Paone, cognato di Francesco Giardino (cl. ’72). Ma, quella di Rocco Anello, è in effetti una posizione “scomoda”: da una parte c’è l’amicizia con Francesco Giardino (cl. ’72) e il padre “Peppe”, dall’altra l’amicizia con Vittorio Giardino, suo ex datore di lavoro, padre di “Frank” Giardino (cl. ’87). Ma Anello aveva parteggiato evidentemente per Valeria Fedele, figlia dell’altro amico “Delfino”.
LA VITTORIA CONTRO IL CUGINO All’esito del voto, Frank Giardino, sebbene candidato nella lista che – contrariamente ai pronostici di Rocco e Giovanni Anello per i quali era favorita per la vittoria finale – risultava ultima nel confronto elettorale, ottiene comunque 64 preferenze, classificandosi (in quello schieramento) sesto su dodici per voti ricevuti. Un’affermazione elettorale che gli ha permesso di superare, dunque, il cugino antagonista Antonio Paone, cognato di Francesco Giardino (cl. ’72) e schierato nella lista arrivata seconda, il quale aveva ottenuto “solo” 53 voti. Ma è evidente il peso assunto dalle mosse di Rocco Anello e del tuttofare Giovanni e dalla stessa cosca Anello-Fruci, in grado di inquinare la tornata elettorale e di procurare voti avvalendosi, evidentemente, della fama e del potere carismatico del capo cosca Rocco Anello e dai suoi sodali. (redazione@corrierecal.it)
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