Ultimo aggiornamento alle 22:10
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

La cosca "padrona" e la promessa di Gratteri: «Questa indagine è un primo step» – VIDEO

Il clan Anello aveva rapporti con politici, imprenditori e burocrati. Il filo diretto con la Svizzera per armare l’esercito della cosca. Il ruolo degli Stillitani, da vittime ad alleati. Gli invest…

Pubblicato il: 21/07/2020 – 14:21
La cosca "padrona" e la promessa di Gratteri: «Questa indagine è un primo step» – VIDEO

di Alessia Truzzolillo
CATANZARO Un’indagine portata capillarmente avanti per 4 anni dai militari delle Fiamme gialle di Catanzaro e dallo Scico, coordinati dalla Procura di Catanzaro. Il nome del fermo vergato dal procuratore capo Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dal sostituto Antonio De Bernardo, “Imponimento”, non è casuale: la cosca Anello, al vertice di un sodalizio con le ‘ndrine dei territori che vanno da Vibo Valentia a Lamezia Terme, si era imposta in ogni settore della vita economica. «Questa indagine è uno step», ha detto nel corso della conferenza stampa il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. «La famiglia di ‘ndrangheta più importante è quella degli Anello – ha detto il procuratore –, un locale di ‘ndrangheta molto forte, molto determinato, che si allarga fino alle Serre».
«Abbiamo notato da subito il respiro internazionale di questa organizzazione e ci siamo rivolti a Eurogest, in particolare a Filippo Spezia che è il magistrato che rappresenta l’Italia ad Eurogest. Abbiamo così creato delle squadre investigative comuni con finanzieri che sono andati in Svizzera e investigatori svizzeri che sono arrivati fin qui perché questa indagine, oltre a riguardare due provincie, Vibo Valentia e Catanzaro, ha riguardato anche l’estero, in particolare il territorio di Berna», ha spiegato il procuratore. Consistente è il traffico di armi poiché in Svizzera vige una normativa molto permissiva. Sono state trovate decine e decine di armi di grosso calibro provenienti dal territorio elvetico. «Queste armi servono non solo per fare mercato – ha detto Gratteri – ma soprattutto sono una riserva, perché ogni locale di ‘ndrangheta ha bisogno di un esercito armato per intimorire le altre organizzazioni limitrofe e fare stare al proprio posto gli altri locali di ‘ndrangheta». Come specifica il colonnello Virno, comandante del Nucleo di Polizia Economico finanziari della Giardia di Finanza di Catanzaro, in Svizzera sono state sequestrate centinaia di munizioni, svariate pistole, 50mila euro in contanti, un fucile con cannocchiale, pistole con matricola abrasa. «La cosca in Svizzera è viva ed è in filo diretto con la Calabria», ha detto Virno. In Italia solo questa mattina sono stati trovati 245mila euro in contanti e 73mila euro in assegni.


RAPPORTO TRA LE ‘NDRINE, GLI IMPRENDITORI, I POLITICI E I BUROCRATI «La consorteria poteva contare su un rapporto “sinallagmatico” tra gli imprenditori e i gruppi criminali», ha spiegato il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla. Le contestazioni di concorso esterno in associazione mafiosa sono numerosissime. Per la commissione degli illeciti, come, per esempio, lo sfruttamento delle risorse boschive o per l’imposizione delle ditte ad eseguire lavori e forniture per la costruzione dell’Eurospin di Pizzo, le ‘ndrine si sono avvalse della collusione di amministratori politici e di funzionari comunali. Tra questi sono stati fermati Giovanni Anello, assessore ai lavori pubblici del Comune di Polia, Francesco Antonio Stillitani, ex sindaco di Pizzo ed ex assessore regionale al Lavoro nella giunta Scopelliti, ed è stato denunciato a piede libero Alessandro Teti, sindaco di Cenadi.
GLI STILLITANI Gli stessi fratelli imprenditori del settore alberghiero, Emanuele e Francescantonio Stillitani, ha spiegato il colonello Carmine Virno, «iniziarono da vittime il rapporto con gli Anello ma dopo un primo episodio pensano bene di passare dall’altra parte e ne ricavano dei tornaconto. Un tornaconto particolare riguarda un lido che dava fastidio agli Stillitani perché era stato costruito tra due villaggi di loro interesse. Hanno fatto di tutto per cercare di non fare partire questo lido: muovendo anche degli escavatori per creare dei cumuli di sabbia. Fino a quando questi imprenditori onesti non hanno ceduto».
LA SVIZZERA «Rocco Anello ha un rapporto diretto con la Svizzera. Quasi mensilmente saliva in Svizzera dove c’erano i suoi uomini. Con i sequestri fatti al valico di Chiasso abbiamo scoperto l’introduzione in Italia di grandi quantità di denaro e, soprattutto l’importazione di armi», ha spiegato il colonnello Virno.
Il generale Alessandro Barbera, comandante dello Scico ha sottolineato l’”imponimento” della cosca su ogni attività economica. Lunga la messe di reati contestati: dall’associazione mafiosa, alle estorsioni, concorso esterno, traffico di droga e di armi, riciclaggio, fino alle truffe all’Inail per «conseguire illecitamente indennizzi per fittizi infortuni sul lavoro», ha detto il procuratore aggiunto Capomolla.
L’indagine nasce come costola dell’investigazione Gentleman e cresce fino a scoprire l’oligopolio comandato dagli Anello da Vibo a Lamezia Terme. E questa nuova indagine «è un primo step» nel contrasto al cancro del malaffare. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x