di Michele Presta
CASTROVILLARI La strada che porta all’ingresso del nuovo commissariato di Castrovillari è intitolata ad Emanuela Loi, prima donna della Polizia di Stato a morire in sevizio, la sala riunioni invece porta i nomi di Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, uccisi ad ottobre dello scorso anno nella questura di Trieste. L’agente di polizia deceduta in via D’Amelio il giorno in cui l’attentato alla vita del giudice Paolo Borsellino la strappò insieme ad altri quattro alla vita e dei due giovani agenti delle squadra volante “i figli delle stelle” resteranno nell’immaginario collettivo. Per il capo della Polizia Franco Gabrielli rappresentano il modo ideale in cui si incarna lo spirito di servizio di quelli che definisce i «suoi uomini». Anche perché solo rendendo onore alle vittime del dovere «si trasforma quella che è una inaugurazione di uno spazio in un rinnovo del nostro giuramento ai nostri impegni». Sono trascorsi pochi giorni dalla commemorazione della strage di via D’Amelio e l’intitolazione della strada che conduce al nuovo commissariato ad Emanuela Loi permette al capo della Polizia di ritornare sull’argomento. «Da un po’ di tempo non si parla più del giudice Paolo Borsellino e della sua scorta, ma si fanno i nomi e i cognomi delle persone che erano con lui – dice Gabrielli –. Dietro il sostantivo scorta si nascondono storie di uomini e donne, di persone che fanno sacrifici e come nel caso di Emanuela lasciano tragicamente la vita. Sapeva di prestare servizio in un contesto che non era tranquillo ma che era al centro della minaccia. Dopo la strage di Capaci si sapeva che Borsellino era il principale obiettivo. Quella ragazza avrebbe potuto “marcare visita”, ma non fece quella scelta pur essendo una giovanissima donna, superò le sue paure e decise di essere al fianco di uno dei principali obiettivi della mafia».
LO SPIRITO DI SERVIZIO Una platea d’eccezione ha dato il benvenuto in provincia di Cosenza al capo della Polizia. In prima fila il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri. Ma anche il procuratore capo di Cosenza, Mario Spagnuolo. I vertici dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dell’Esercito. Le cariche civili e religiose con Monsignor Francesco Savino e Donato Oliverio. Davanti a loro, Franco Gabrielli, anche a causa degli ultimi episodi di cronaca (l’arresto di quattro carabinieri a Piacenza, ndr) ha ribadito l’importanza dell’operato delle forze dell’ordine.
«Chi delinque con una divisa, delinque due volte – dice – perché tradisce la fiducia che i cittadini ripongono in noi. Questo vale non solo per i grandi reati, ma anche per i reati più dozzinali. Delinquere indossando la divisa significa tradire chi l’ha portata in modo onorabile non tradendo il giuramento fatto al paese, alla costituzione alla leggi. Il verbo che meglio denota la nostra missione è servire. Lo dobbiamo alla comunità; questo compito è il nostro lascito e chi tradisce questo lascito tradisce l’amministrazione».
NEL CUORE DELLA CRIMINALITÀ Il commissariato ai piedi del Pollino, dove ha sede l’unico tribunale della fascia jonica nella provincia di Cosenza ha giurisdizione in 39 comuni. «Questo è un territorio sempre alla ribalta delle cronache – spiega il questore Giovanna Petrocca – lo sappiamo bene e per questo abbiamo insistito molto per avere uno spazio che fosse all’altezza del lavoro che siamo chiamati a compiere. Con questa inaugurazione ricordiamo anche tre colleghi. Inaugurare un nuovo spazio è importante, ma lo è ancora di più se lo si fa con il rispetto della nostra memoria».
Sinergia e nuova declinazione del concetto di legalità. È questo che chiede il Prefetto di Cosenza, Cinzia Guercio. «Una nuova struttura è quello che noi possiamo fare perché affinché lo Stato ci sia. Lavorare con tutte le forze dell’ordine e con le amministrazioni locali però non basta serve una nuova declinazione del concetto di legalità e questo può essere fatto soltanto dalla cittadinanza che deve riporre in noi fiducia e vivere con coscienza civile. È difficile operare in questo contesto ma nessuno si tira indietro». Soddisfatto anche il sindaco Domenico Lo Polito: «Non è stato facile avere questo commissariato, questa è una sede adeguata e giusta per chi si impegna come fanno le forze di Polizia sul nostro territorio». (m.presta@corrierecal.it)
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