di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO Non si tratta d’altro che di bon ton, educazione e soprattutto, rispetto per i luoghi simbolo di un’istituzione. Qual è un Comune, un municipio e uffici annessi.
E così capita che a Corigliano Rossano sia stato vietato l’ingresso in quei luoghi con abbigliamento succinto, in pantaloncini, in ciabatte o in canottiera. Nonostante il mare sia poco distante o la calura si avvicini ai 40 grandi all’ombra.
Del solleone, quindi, poco importa e un po’ come accade quando ci si presenta ad assistere a un Consiglio regionale, in Parlamento, ma anche in Chiesa, nei tantissimi uffici del Comune di Corigliano Rossano dislocati sul territorio, non si potrà entrare in tenuta da mare.
Da questa mattina, un avviso campeggia in tutti gli ingressi comunali, a firma del dirigente Antonio Le Fosse col quale si impone l’obbligo di indossare un «abbigliamento decoroso e consono al luogo per rispetto nei confronti dell’istituzione che questi luoghi rappresentano».
«Con la presente – recita testualmente l’avviso affisso ovunque – si comunica che chiunque intende accedere negli uffici all’interno delle strutture per richiedere servizi e/o informazioni o avere colloqui con l’Amministrazione e/o personale dipendente, è obbligato ad avere un abbigliamento consono e decoroso al luogo, per il rispetto nei confronti dell’istituzione che questi luoghi rappresentano. Pertanto è vietato l’ingresso nelle strutture comunali a persone che non indossano un abbigliamento decoroso, a coloro cioè che si presentano in pantaloncini corti, bermuda, ciabatte, canottiere, prendisole e via elencando».
Questioni di educazione e rispetto, insomma, non solo di galateo istituzionale. Da quanto si mormora, pare che il segretario comunale Paolo Lo Moro, stufo di atteggiamenti e vestiari che nulla hanno a che vedere con gli incontri istituzionali, nell’ricevere la cittadinanza si sia trovato di fronte qualcuno che forse ha scambiato il Comune per la spiaggia. (l.latella@corrierecal.it)
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