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«Condivisibile ricostruzione accusatoria», ecco perché Stillitani resta in carcere

La decisione del Gip di Vibo Valentia sull’imprenditore ed ex assessore regionale fermato insieme al fratello nella maxioperazione anti-‘ndrangheta “Imponimento”

Pubblicato il: 25/07/2020 – 10:34
«Condivisibile ricostruzione accusatoria», ecco perché Stillitani resta in carcere

VIBO VALENTIA Restano in carcere l’ex assessore regionale Francescantonio Stillitani e suo fratello Emanuele, coinvolti nella maxi-operazione anti’ndrangheta “Imponimento”, coordinata dalla Dda di Catanzaro ed eseguita dalla Guardia di Finanza. Il Gip di Vibo Valentia, Marina Russo, Russo non ha convalidato il fermo per l’imprenditore ed ex politico ma e per il fratello, ma ha disposto comunque la custodia cautelare. I due fratelli Stillitani, difesi dagli avvocati Enzo Ioppoli e Francesco Izzo, sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa (leggi qui https://www.corrieredellacalabria.it/regione/vibo-valentia-e-provincia/item/255086-lascesa-degli-stillitani-dal-latifondo-di-famiglia-allestorsione-alla-valtur/). Per il Gip vibonese – «condivisibile appare la ricostruzione accusatoria inerente alla sussistenza di plurimi accordi politico mafiosi inseriti in un contesto di cointeressenze economiche legate alla gestione delle strutture turistiche dei fratelli Stillitani. La versione fornita dagli indagati in sede di interrogatorio di garanzia,i quali hanno fermamente negato conoscenze dirette di esponenti della criminalità organizzata non si ritiene alla stato idonea a confutare la ricostruzione accusatoria e il grave quadro indiziario evidenziato dal complesso degli atti investigativi». Il Gip, infine, ha confermato la misura cautelare in carcere anche per Daniele Prestanicola, difeso dall’avvocato Costantino Casuscelli; Giuseppe Ruccella, difeso dagli avvocati Marco Messinoe Francesco Sabatino; Filippo Ruggiero, difeso dall’avvocato Daniele Romeo; Francesco Antonio Tedesco, difeso dall’avvocato Stefano Luciano; Domenico Tripodi, difeso dall’avvocato Domenico Soranna; Massimo Gugliotta, difeso dall’avvocato Antonio Muscimarro.

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