di Fabio Papalia
REGGIO CALABRIA Falcomatà ci riprova per la seconda volta. Era il 7 marzo scorso, due giorni prima del lockdown, quando il sindaco di Reggio Calabria inaugurò la segreteria politica nei locali resi accessibili ai soli giornalisti e presentò 5 liste civiche a sostegno della sua candidatura. Oggi nella splendida cornice del parco Ecolandia di Arghillà, Falcomatà ha ripresentato davanti al suo popolo le liste, che nel post pandemia sono diventate sei: Innamorarsi di Reggio, Primavera Democratica, S’intesi, Reset, La Svolta, Patto x il cambiamento.
Dopo il coronavirus nulla è più lo stesso e se lo scorso 17 febbraio in occasione del passaggio dell’ex consigliere regionale Giovanni Nucera nel Partito Democratico, Giuseppe Falcomatà affilava le armi e teneva le polveri asciutte immaginando Reggio come Stalingrado per sbarrare il passo «all’avanzata del sovranismo e del fascismo», e contro quella Lega «che si chiama ancora – ricordava all’epoca Falcomatà – Lega Nord», oggi evidentemente Falcomatà deve aver compreso che il diavolo non è poi così brutto come lo si dipinge sulla scheda elettorale. La parola d’ordine ai suoi è quella di una campagna elettorale «non contro qualcuno ma per qualcosa».
All’insegna del ritrovato fair play Falcomatà snobba i concorrenti e si concentra sul proprio programma: «Non scenderemo mai – spiega – in questo agone politico attaccando sul personale nessuno dei protagonisti di questa campagna elettorale, non lo facciamo per stile, per idea e visione politica e soprattutto perché su quel terreno di gioco saremmo perdenti. Noi – assicura – ci confronteremo solo ed esclusivamente nel merito delle cose, confrontandoci sui problemi e sulle idee, sulla visione di città, perché i cittadini non sono stupidi, non hanno l’anello al naso e devono formare il loro convincimento rispetto a quello che per loro può essere una visione condivisa, la migliore per amministrare la città nei prossimi cinque anni. Noi di cose da raccontare ne abbiamo tantissime, abbiamo anche l’umiltà di riconoscere quelli che sono stati i nostri errori ma, soprattutto rispetto al cammino fatto, abbiamo la possibilità di chiedere la fiducia in un secondo mandato perché siamo ancora a metà cammino».
RIFIUTI: BOMBA A OROLOGERIA Tra gli errori commessi, però, Falcomatà non annovera l’affaire rifiuti, tutta colpa degli altri: «Continuerò a fare il sindaco fino all’ultimo giorno prima delle elezioni e farò contemporaneamente il candidato sindaco, ci sono tante cose che si stanno portando a termine, in questi giorni si stanno concludendo lavori pubblici, ci sono tantissimi problemi ancora irrisolti come ad esempio quello dei rifiuti, una vera e propria bomba a orologeria, che ci ha impedito per due mesi di portare i rifiuti in discarica e che adesso con tenacia, ostinazione e caparbietà risolveremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane e poi c’è il confronto su quel che sarà la campagna elettorale». «Noi non ci occupiamo degli altri – ribadisce – intesi come singole persone, ci vogliamo confrontare con gli altri per capire quali sono le idee che si portano all’attenzione della città e soprattutto in un contesto come questo che rischia di essere molto frammentato, dobbiamo cercare di ritrovare su questi temi, su questo merito delle cose, l’unità tra coloro che hanno una medesima idea del mondo, della vita e di come gestire e amministrare una città».
POLO CIVICO Le sei liste non esauriscono il “lenzuolo” che i reggini si troveranno a maneggiare in cabina elettorale, oltre alle civiche ci saranno anche i simboli dei partiti tradizionali e di un movimento politico, quel “Reggio Bene Comune” del rappresentante reggino delle sardine Filippo Sorgonà, con cui l’idillio è scoppiato alla venticinquesima ora. Intanto però mentre gli altri schieramenti ancora ragionano attorno al totem di un polo civico, Falcomatà ha raccolto ben sei liste: «Credo che il civismo sia una risorsa inesauribile, queste sono sei liste che rappresentano uno spaccato importante di civismo, non credo siano le uniche però se il civismo ha nella sua natura l’amore per la città, la voglia di spendersi per la città, allora io credo che sia allo stesso tempo importante provare a far convergere le esperienze civiche il più possibile».
I PARTITI «Quanto ai partiti tradizionali – continua – all’interno della coalizione ci sono il PD, Italia Viva, Partito Socialista, A Testa Alta, Articolo Uno, c’è anche “Reggio Bene Comune” che è in qualche modo forse più degli altri l’esempio di come un’amministrazione debba e possa esposta a critiche rispetto al suo operato, rispetto alle scelte che fa, ma chi ha a cuore il futuro della città può anche avere, come sta facendo “Reggio Bene Comune”, la maturità di mettere davanti a ogni cosa il futuro della città e quindi confrontarsi sul merito delle cose, sull’idea di come si vogliono gestire i servizi e si vogliono amministrare i beni comuni. Su queste cose ad esempio con “Reggio Bene Comune” ci siamo incontrati, ci siamo confrontati e abbiamo deciso di intraprendere lo stesso cammino, credo che questo possa essere l’esempio di come dalla discussione possano nascere soltanto cose positive».
Insomma, la Lega non fa più paura a Falcomatà, almeno fin quando il nome del candidato in pectore provoca il mal di pancia all’interno dello stesso centrodestra. Perché se è vero che il sindaco uscente non si occupa degli altri, un autorevole esponente della giunta presente alla manifestazione, in privato si è lasciato scappare un commento eloquente: «Dio benedica Minicuci». (redazione@corrierecal.it)
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