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«Pieni Poteri: necessità o teatro dell’ovvio»

di Giovanni Mazzei*

Pubblicato il: 25/07/2020 – 10:54
«Pieni Poteri: necessità o teatro dell’ovvio»

Attenti, attenti c’è qualcuno che chiede i ‘Pieni Poteri’, ma chi e’ Codesto Sconosciuto? Trattasi dell’ultimo arrivato o di colui il quale ha sbattuto per ultimo la porta? Domande a caso (‘a casissimo’ direbbe qualcuno in gergale giovanile), ma nemmeno più di tanto. C’è da scommettere che il vizio dei ‘pieni poteri’ non smarrisca come la neve al sole ,ma che sia buono per ogni stagione. Politica, si intende: qualcuno oggi si alza dal letto col sogno di una ‘richiesta’ impropria, oppure velata da motivi di necessità.
L’ultimo fu il Signor Conte, non quello ‘Ristori’ della fiction più amata dai romantici di ogni tempo, ma quello venerato da ogni fanciulla del Borgo, che guarda all’ ‘homo novus’ come al sogno rapito di mezza estate. Ma egli è veramente un ‘homo novus’ o un antico ‘predone’ di altri tempi?
Ci si chiede lecitamente se la ‘necessità’ da Questi tanto ventilata (v. Covid e compagnia bella) come Presupposto, a tutt’oggi valido nonostante le smentite, dell’attribuzione dei tanto sospirati ‘pieni poteri’ è cosa concreta, buona e giusta oppure un pretesto per scimmiottare il suo prestigioso predecessore (v. Salvini).
La cosa alquanto sorprendente è che di fronte alla richiesta dei ‘pieni poteri’ agitata da Conte nessuno è balzato sulla sedia: che sia stata la fascinazione del mitico virus cinese a legittimare tale richiesta oppure un non so che di intrigante e misterioso nel Personaggio non più ‘balbuziente’, questo ancora non si sa, ma è ben lecito chiederselo.
E non perché o ‘percome’, ma solo in quanto è agevole ancora oggi (sebbene sembra sia passata una vita) riflettere sul fatto che proprio Conte è apparso come il più acceso detrattore del brianzolo Salvini al momento in cui questi, dalla famigerata spiaggia del Papeete li chiese per lui.
Allora, facciamo un passo indietro e pensiamo a tutti quei personaggi che in tanti momenti storici chiesero (ottenendoli facilmente) i pieni poteri e poi non sapendo, probabilmente, come gestirli per il bene della Comunità, ne approfittarono per imporre il proprio imperioso e inappellabile diktat sulla popolazione. Basterebbe a tal proposito fare appello ai principi costituzionali, buoni da invocare in ogni tempo e spazio tranne dimenticarli al momento ‘opportuno’. Basta indossare una casacca diversa dall’oppositore per legittimare i ‘pieni poteri’ secondo un triste teatro dell’ovvio – abbastanza orrido – ed ecco rilasciata l’autorizzazione in nome dell’art. 78 della Costituzione. Come se tale norma sia l’ultima che ‘chiude la porta’ al solenne , quanto insindacabile, principio della ‘separazione dei poteri’ ; un giochetto da ragazzi per chi riesce ad ammaliare le folle, anche quelle più avvedute e critiche in ogni tempo e dove.
Ma in realtà proprio la norma precitata vieta giochi imbarazzanti e recita nel senso per cui solo uno ‘stato di guerra’ legittima la riunione dei poteri in mano ad un solo uomo. Ma che il “Covid 19 e’ come una guerra” ci è stato venduto sempre e a buon mercato, continuamente, giorno e notte, da ‘tam tam’ continui ed estenuanti; allora vuoi che non passi la similitudine?
Si consumerebbe così il classico ‘teatro dell’ovvio’ di nostalgico, Italico costume. Ed è qui il bello: non passa tale assomiglianza (come lo straniero sull’Adige) se finalmente il popolo si sveglia, non rimuove certo il problema del virus, ancora esistente, ma lo affronta da se’, con forza, nel nome del rifiuto dell’idea che un pretesto, pur legittimo, possa diventare la scusa abile per intervenire a ‘piedi uniti’ sulla Costituzione, sui suoi principi e valori.
Forza allora, tutti compatti, nella responsabilità ferrea di ognuno nel tenere botta, e distanza, gli uni dagli altri, evitando inutili quanto malsani assembramenti – specie sotto la dolce luna estiva – proprio per evitare (si scusi il gioco tautologico di parole) l’assembramento piu’ nefasto del mondo : quello di tutti i poteri in mano ad un solo uomo.
Non è infatti questa l’idea di democrazia che un Italia sempre più ‘europea’ ci si può augurare dentro al terzo millennio ed oltre.
Difendiamoci da soli, ognuno per sé e nello stesso tempo per tutti, per dire forte e chiaro che una certa Democrazia, fausta e vincente esiste ancora, eccome!
*giurista

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