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Il sogno dei giovani di Fiuminarso, «svelare il potenziale inespresso del Sud»

Un gruppo di emigranti under 35 condivide l’idea «di dare una possibilità a persone e luoghi abbandonati» nelle terre del Meridione. Per farlo rivitalizzano beni ad interesse storico e artistico ap…

Pubblicato il: 28/07/2020 – 10:06
Il sogno dei giovani di Fiuminarso, «svelare il potenziale inespresso del Sud»

di Francesco Donnici
MANDATORICCIO
«Dirsi o sentirsi di un luogo e insieme dell’Italia non è un’operazione semplice e definitiva», scriveva qualche anno fa Vito Teti raccontando di un Sud «maledetto», intrappolato nei suoi stessi stereotipi e con un avvenire già segnato, a meno di una inversione di narrativa.
Nel frattempo, per le vie di Milano o tra le aule universitarie, si incrociava la storia di un gruppo di ragazzi «provenienti da tutta Italia, accomunati dalla condizione di migranti, dal Sud al Nord», che condividono il sogno di regalare alle loro terre d’origine proprio quella nuova narrativa volta a «riattivare i luoghi di provenienza, ritrovare i piccoli paesi, dialogare con le comunità locali per estrapolare il valore di terre dimenticate e valorizzare luoghi di interesse storico ed artistico».
In un luglio 2020 che ci chiede ancora uno sforzo di separazione fisica, in totale controtendenza, per aggregare, nasce il Comitato Fiuminarso composto da Daniela Avanzato, Giulia Mascaro, Lorenzo Emilio De Micco, Benedetta De Falco , Vanessa Romano e Gaetano Mascaro. Tutti under 35 con l’obiettivo di dare una nuova possibilità «a giovani e luoghi abbandonati».
Un’iniziativa che già nel nome cela la nobiltà dei suoi propositi: ridare linfa a zone perso nel loro stigma “selvaggio”; terreni altrimenti aridi rivitalizzati dallo scorrere del fiume della cultura.
LA PRIMA TAPPA È PROPRIO LA CALABRIA Non una zona qualunque, ma una porzione compresa tra la costa ionica e l’entroterra dove il mare pare baciare i monti della Sila.
Lasciandosi alle spalle uno dei tratti meno rassicuranti della Statale 106, è possibile scorgere in lontananza le montagne raggiungibili solo attraverso un fitto groviglio di tornanti e strade interpoderali. In quella zona, incastonato su una collinetta sta il Castello dell’Arso.

Un immobile di prestigio artistico del XI sec. d.C situato presso il comune di Mandatoriccio. In disuso ormai da decenni e di proprietà della baronessa Angela Toscano Mandatoriccio, il Castello riprenderà vita già da questa estate grazie alle sinergie del Comitato, l’ausilio dei titolari e la partecipazione degli Enti locali.
L’idea era nata già lo scorso gennaio, quando il Comitato aveva individuato nel Castello «quella che avrebbe potuto essere la sede di attività turistiche di supporto, contaminate con la cultura e con il sociale». Come racconta Daniela Avanzato al Corriere della Calabria, in rappresentanza del gruppo, questo progetto «vorrebbe rispondere alle esigenze del territorio, mutuando fortunate esperienze già avviate in altre zone», com’è il caso del “Farm Cultural Park” di Favara che figura oggi tra i diversi sponsor del Comitato.
«L’obiettivo di lunga data – aggiunge – è invece quello di creare un “hub” di innovazione a base culturale e creativa, cosa che in Calabria non è ancora presente nonostante le risorse da mettere in gioco siano tante».
“RITROVARSI”: UNA RASSEGNA DAL 5 AL 9 AGOSTO L’idea diviene da subito concreta e si tramuta in una rassegna che avrà «come destinatario principale la comunità affinché maturi una maggiore consapevolezza del territorio e delle proprie risorse». Il passo successivo è quello di aprire le porte dell’intera regione anche all’estero sperimentando un modello turistico concettualmente nuovo, che non sia solo promozione, ma soprattutto valorizzazione delle risorse calabresi.
«Tutta la nostra esistenza – scrive il Comitato – è una scoperta del fatto che esistiamo, svelando il potenziale inespresso. La nostra esistenza nasce dalla terra e si evolve con e tramite questa. Ogni riscoperta, ogni riconoscimento è una scoperta, è una conoscenza che per la prima volta sa di essere avvenuta. Ri-trovarsi parla di come il territorio, se attraversato in modo multidisciplinare, ci mostri nuovi percorsi in modo da rintracciare per la prima volta ciò che non sapevamo ancora di cercare. La nostra identità, il bisogno di accettare ed essere accettati, di accettarsi, di riconoscere l’altro imparando a crescere attraverso lui, di capire il mondo inglobandosi, connettendosi, riconciliandosi. Una sfida di pace tra il locale e il globale».
L’evento sarà patrocinato dal Comune di Mandatoriccio e dal Comune di Longobucco e godrà della partecipazione di enti culturali quali Laboratorio SOU- Scuola di Architettura per bambini di Farm Cultural Park (Favara), oPificio delle Teste Dure (Cosenza), e La Settima Arte (Bari).
IL PROGRAMMA L’evento inaugurale sarà dunque una rassegna dove la cultura e le tradizioni locali verranno sviscerate attraverso l’arte nelle sue più svariate forme in un fitto programma scaricabile qui di corsi, mostre e momenti di intrattenimento.
Tra questi si segnalano: la residenza teatrale dove ogni giorno professionisti del settore condurranno una ricerca attoriale sui testi di Shakespeare con un seminario full time rivolto a professionisti e non con perfomance finale aperta al pubblico il 9 agosto. Ma anche una giornata dedicata alle tradizioni artistiche e popolari per promuovere la ricchezza del territorio o, ancora, vanno segnalate le ricerche su riti, tradizioni e territorio della dottoressa Carmen Zangaro in collaborazione con Francesca Flotta, su musiche e danze tradizionali della Calabria, e in qualità di portavoce di RiSorse, un progetto di ricerca nato all’interno del corso di Etnomusicologia dell’Università di Bologna, in cui studenti e docenti si occupano di indagare i fenomeni di rivitalizzazione nei piccoli comuni italiani che accolgono i migranti.
La rassegna inaugurale si concluderà il 9 agosto con la giornata finale aperta a chiunque voglia partecipare alla performance finale teatrale, l’ultima proiezione del seminario cinematografico “Ritrovarsi” con film di Charlie Chaplin musicato, e incontro intergenerazionali degli imprenditori esempio del territorio con la partecipazione di Confagricoltura, poiché riconosciamo come cifra distintiva della Calabria le imprese agricole. (redazione@corrierecal.it)
 

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