di Michele Presta
COSENZA Agli arresti è finito anche Guarino Antonio. Per il 55enne nato e residente a Cassano allo Jonio sono scattate le manette su richiesta della procura di Castrovillari poiché coinvolto nella vicenda che attiene delle procedure esecutive finite all’attenzione dell’autorità giudiziaria nell’inchiesta “White Collar”. Il suo è un nome noto alle cronache giudiziarie. È stato già condannato con sentenza definitiva per usura, nell’ambito del processo “Omnia” istruito dalla Dda di Catanzaro con al centro gli affari della l’ndrina Forestefano, gruppo egemone nella sibaritide. La moglie di Antonio Guarino è legata con Andrea Zangaro da un rapporto di parentela. Lo annotano i finanzieri, che nel tenere sotto controllo il presunto capo dell’organizzazione ascoltano una telefonata tra i due.
IL RUOLO DI GUARINO L’intervento di Guarino, secondo le risultanze delle indagini ha un solo obiettivo: evitare che Andrea Zangaro partecipi all’asta su determinati terreni nel comune in provincia di Cosenza. Il lotto che si trova nel comune di Cassano Allo Ionio oggetto di procedura esecutiva deve rimanere pletora degli invenduti. «Andrè – dice al telefono Guarino – vi dovete stare quieti quieti, che io qui c’ho il fratello vicino (dei proprietari dei terreni ndr); sei venuto qua, mi hai mandato a fare l’imbasciata, ti ho detto che quelli non hanno intenzione di lasciare e tu sotto sotto vai camminando!». Per i militari delle fiamme gialle la chiamata assume i toni minatori. «Andrè io problemi già ne ho tanti, allora devi… tu e l’amico tuo, devi stare calmo e quando dovete fare una cosa dovete chiedere eh… lascia quella pratica Andrè! Perché io problemi non ne voglio e allora Andrè che dopo a Cassano tieni problemi».
TERRENI E IMMOBILI I terreni che sono oggetto della contesa, dal controllo effettuato sul fascicolo telematico, comprendono anche diversi immobili ripartiti su più lotti e il giudice nelle carte dell’inchiesta non manca di sottolineare come ci siano già state «tre diverse sedute di vendita con asta deserta». Un altro tentativo di vendita dei dieci lotti si sarebbe dovuto tenere il 15 aprile di quest’anno, ma l’asta è stata rinviata a causa dell’emergenza Covid. Ma sui terreni per i quali Guarino gradirebbe non si facesse nessuna offerta Giuseppe Zangaro in più occasioni riferisce di non aver avuto alcunché andasse in senso contrario. «Noi non abbiamo assolutamente partecipato» ribadisce al telefono. «Io non c’entro niente, assolutamente, sono una persona seria, se dico una parola la mantengo. Non per qualcosa, sono venuto io a chiedere da te, non tu da me». L’impegno di non intervenire sui terreni assunto da quello che la procura di Castrovillari ritiene il capo dell’organizzazione coinvolgeva anche gli altri soci. «Neanche l’amico mio, se non gli do io non va da nessuna parte, vai tranquillo». Una sola volta l’indagato riferisce di aver partecipato ad un’asta sul territorio di Cassano «e me l’hai detto tu, me l’hai detto tu vai, hai capito?». L’impiegato dell’ufficio del giudice di Pace di Corigliano sa bene che muoversi da quelle parti è come pestare il terreno di un campo minato e parlando con uno dei clienti mette subito le mani avanti: «E come ti ci vai a mischiare là«E come ti ci vai a mischiare là». Dall’altro capo della cornetta l’interlocutore sobbalza: «Io so dove devo andare… io chiedo se posso andare o non posso andare». (m.presta@corrierecal.it)
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