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Operazione Gear, progettavano di vendere cocaina alla troupe della fiction "Solo 2"

Le intercettazioni dei Carabinieri svelano i progetti di ampliamento del portfolio clienti al mondo dello spettacolo. Attori, maestranze e produzione estranei alle indagini

Pubblicato il: 28/07/2020 – 17:24
Operazione Gear, progettavano di vendere cocaina alla troupe della fiction "Solo 2"

di Fabio Papalia
REGGIO CALABRIA Progettavano di vendere droga alla troupe di “Solo 2”, la fiction con l’attore Marco Bocci (estraneo all’indagine così come tutti i membri a vario titolo impegnati nella fiction) in onda su Canale 5 sulle pericolose avventure di Marco, l’agente del Servizio Centrale Operativo sotto copertura chiamato a indagare sulla ‘ndrangheta calabrese.
Il gruppetto di presunti trafficanti di droga vedeva in una troupe televisiva di passaggio nella Piana di Gioia Tauro un’occasione per accrescere il proprio portfolio clienti. E’ quanto emerge dall’ordinanza del gip che ha emesso le misure cautelari eseguite stamani nell’ambito dell’operazione Gear, che ha smantellato un’organizzazione dedita non solo al traffico di stupefacenti ma anche al favoreggiamento della latitanza di boss della ‘ndrangheta.
Non solo progettavano di importare sostanza stupefacente dal Marocco, ma «addirittura gli indagati – scrive il gip – perfettamente compenetrati nell’ottica di ampliamento del giro di affari, progettavano la vendita di stupefacenti ad una troupe di una produzione televisiva temporaneamente presente a Gioia Tauro».
Tra le intercettazioni eseguite dai Carabinieri c’è la trascrizione di una conversazione nella cui parte finale «affiora l’interesse – si legge nell’ordinanza – per il gruppo di accrescere la propria fetta di mercato, approfittando della presenza a Gioia Tauro di una troupe televisive della produzione cinematografica Taodue (anche la produzione è estranea alle indagini nda), per girare le riprese di una fiction, proponendo di vendere sostanze stupefacenti – come già avevano fatto in passato – ai membri della troupe».
Tra gli interlocutori figurano i tre cugini Bruzzese, Girolamo di 37 anni, Alessandro e Antonino, tutti e tre arrestati oggi, e una quarta persona, di nome Filippo, soggetto che non risulta indagato. Girolamo annuncia che «ora devono venire quelli del film devono parcheggiare tutti i mezzi qui» e aggiunge «in più vogliono la cosa, ti sembra che no?» spiegando che «devono girare altre scene qui sotto al panificio». E’ ancora Girolamo ad affermare che «l’anno (…) due anni fa non mi sono sbilanciato (…) che non mi sono sbilanciato» per poi aggiungere «ma quest’ anno non mi passa per il cazzo». Alessandro interviene nella discussione: «no “si pizziano” non c’era il parrucchiere che voleva erba peggio di» ma le voci si accavallano. E’ ancora Girolamo ad affermare che «prendo un tavolino (…) prendo un tavolino, vieni qua così li chiudo lì dentro (…)
questo, questo, questo e quest’altro – continua – vedete quale cazzo (…) di qua non ve ne andate! ah gliel’ho impongo, proprio regolare e
preciso devono fumare per forza devono fumare». Alessandro e Antonino esclamano in dialetto l’uno “si pizziano” e l’altro “si sdogano”. Quando la discussione diventa poco comprensibile gli investigatori annotano che «Antonino racconta di un suo amico di Briatico che una volta stabilito a Roma è entrato in un giro di spaccio di sostanze stupefacenti che riguardava personaggi dello spettacolo, in particolar modo Antonino dice che l’amico era il fornitore di una famosa attrice romana che in seguito è stata arrestata che faceva i film con Christian De Sica (anch’egli ovviamente del tutto estraneo alle indagini nda)».
A questo punto Girolamo pronuncia il nome del protagonista della fiction, che ribadiamo è del tutto estraneo alle indagini: «no Bocci! Bocci viene! (annotano gli investigatori: risponde a una domanda che fa Filippo, la domanda in questione è poco chiara, Girolamo fa riferimento all’attore Marco Bocci) tutti quelli che fanno il film là. con squadra antimafia». Poi il discorso verte su uno dei barbieri della troupe (di due anni prima nda), Girolamo dice agli amici: «gli ho detto io “mannaia da madosca” dicevo mai glielo dico o non glielo dico, dicevo io e poi ho saputo a distanza di giorni dopo che se nè andato, dice con un amico mio che in più camminavano insieme» il vociare non facilita il compito degli investigatori che annotano ancora le parole di Girolamo: «ha detto i fici u si smendunu (…) ha detto i fici u si smendunu ha detto» e prosegue «ca gioia intra i mussa, mannaia mi ha detto ogni sera ha detto gli portavo, ha detto». Alessandro parla anche della truccatrice (di due anni prima nda), poi gli investigatori annotano che «in questi tratti emerge l’interesse per l’organizzazione, attraverso i suoi promotori, per accrescere la loro fetta di mercato, approfittando delle troupe televisive della produzione cinematografica Taodue. Presenti a Gioia Tauro, per girare le riprese della fiction Solo 2». Girolamo esclama: «quello che ho fatto in questi giorni in quindici giorni ha detto non lo fatto (…) è da una vita ha detto di marchette al paese non esistono qua, ha detto regolare (…)». Al che Antonino suggerisce di allungare qualcosa con la novalgina, affermazione che secondo gli inquirenti fa comprendere come la sostanza cui si stanno riferendo non è altro che la cocaina, che sui set dei film di solito è sostituita dal lattosio in polvere, che si può sniffare e non fa male. (redazione@corrierecal.it)

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