Ultimo aggiornamento alle 12:01
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

I legami con la ‘ndrangheta delle “divise sporche” di Piacenza

Atti dell’inchiesta inviati alla Dda di Milano. Per la Procura i carabinieri ritiravano la cocaina da un magazzino gestito da famiglie della Locride. Le conversazioni con un fornitore: «Ci sono i c…

Pubblicato il: 29/07/2020 – 9:14
I legami con la ‘ndrangheta delle “divise sporche” di Piacenza

PIACENZA L’ipotesi è al vaglio della Direzione distrettuale antimafia di Milano da settimane. Da quando, cioè, la Procura di Piacenza ha stralciato un pezzo dell’inchiesta sui carabinieri infedeli e lo ha inviato ai magistrati che si occupano delle infiltrazioni della criminalità organizzata. Una storiaccia di carabinieri infedeli, spaccio e torture commesse da alcune divise “sporche” assume così contorni più inquietanti. Perché quando si parla di cocaina è quasi impossibile non intrattenere rapporti con il (quasi) monopolista del mercato. E dunque, per tornare all’ipotesi, ci sarebbero stati rapporti tra i militari arrestati nei giorni scorsi e la ‘ndrangheta. Questo filone dell’inchiesta viene raccontato oggi da Repubblica. «Ci sono i calabresi, i pezzi grossi», dice l’appuntato Giuseppe Montella. E questa frase apre la questione dei canali di rifornimento attivati dagli infedeli della caserma.
Le informative ricostruiscono gli spostamenti e i traffici tra Montella e Daniele Giardino, il fornitore. E individuano il canale di approvvigionamento; un deposito nell’hinterland milanese che, secondo gli investigatori, sarebbe gestito da persone molto vicine ai clan della Locride. Repubblica fa riferimento a «un calabrese di Platì».
Ci sarebbe un passaggio, nelle carte degli inquirenti, che fa riferimento al 23 febbraio scorso. Montella e Giardino sono in auto e hanno comprato 35mila euro di droga dai calabresi senza ancora aver pagato. L’amico dell’appuntato è preoccupato: «Abbiamo preso roba e non l’abbiamo mica pagata», dice, conoscendo la caratura criminale dei venditori.
Qualche tempo dopo, quando il gruppo dei carabinieri scopre una microspia nell’auto di Giardino, la preoccupazione è quella di cambiare l’intermediario per l’acquisto. «Montella – scrivono i pm – aveva proposto a Giardino di ingaggiare un corriere di sua conoscenza per inviarlo a ritirare la droga dai calabresi». Niente da fare: i calabresi non accettano altri referenti.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x