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Minicuci perde la pazienza, Cannizzaro pronto allo strappo. Ore decisive per la scelta del candidato a Reggio

Il veto di Cannizzaro sul burocrate può portare a una rottura con la Lega di Matteo Salvini. L’ex segretario generale del Comune di Genova non è disposto ad attendere oltre per l’investitura ufficiale

Pubblicato il: 29/07/2020 – 11:57
Minicuci perde la pazienza, Cannizzaro pronto allo strappo. Ore decisive per la scelta del candidato a Reggio

di Fabio Papalia
REGGIO CALABRIA Potrebbe essere oggi il giorno tanto atteso dai reggini per conoscere il nome del candidato sindaco del centrodestra. Ore frenetiche quelle che hanno preceduto l’alba, con i tanti protagonisti di questa vicenda che si muovono su più fronti tra Reggio e Roma. E’ al tavolo romano che si metterà l’ultima parola tra i partiti della coalizione, sempre che la coalizione ne esca con tutte le ossa al proprio posto. In base agli accordi nazionali il candidato sarà espresso dalla Lega di Matteo Salvini, che fin dall’inizio ha guardato ad Antonino Minicuci, nato a Melito Porto Salvo 66 anni or sono e con 6 anni di esperienza quale direttore generale della Provincia di Reggio Calabria. L’uomo del ponte, ha fatto intendere Salvini, proponendo un suggestivo parallelismo tra il ponte di Genova, al cui iter amministrativo Minicuci ha lavorato quale segretario generale al Comune della città della Lanterna, e quello dello Stretto, che a parole è stato costruito già almeno una ventina di volte. La settimana scorsa sembrava tutto pronto e invece no. Salvini era atteso in riva allo Stretto per ufficializzare il nome di Minicuci, che ha incontrato a Roma giovedì scorso. Eppure a molti non è sfuggito il fatto che dopo l’incontro Minicuci ha fatto ritorno nella sua casa di Massa Carrara. Solo ieri Minicuci ha fatto capolino sul Corso Garibaldi, ma da privato cittadino, in serata sono state smentite tutte le voci di incontri nella sede della Lega. Persone vicine al candidato in pectore, semmai, raccontano di un Minicuci che ormai avrebbe perso la pazienza, dopo essere stato sulla graticola da più di un mese, il burocrate avrebbe deciso di non attendere più un altro giorno, se entro oggi non verrà ufficializzata la candidatura potrebbe essere lui a ritirare la propria disponibilità. Un passo indietro che salverebbe capre e cavoli al tavolo del centrodestra, sul quale da giorni si sta giocando un braccio di ferro tra Salvini e Francesco Cannizzaro. Il deputato forzista è deciso a far valere il veto sul candidato della Lega, chiedendo che la scelta ricada su una personalità più rappresentativa della città di Reggio Calabria. Non è in dubbio la scelta del candidato, che tocca alla Lega, ma quella parte di Forza Italia che si riconosce in Cannizzaro, e che a Reggio potrebbe fare la differenza nelle urne, chiede che il candidato leghista abbia l’approvazione del partito azzurro, il che significa porre il veto su Minicuci. Un veto che potrebbe portare finanche allo strappo con la coalizione. Nei corridoi corre voce di un Cannizzaro pronto addirittura a mollare lo scranno di Montecitorio per guidare in prima persona una coalizione di liste civiche accomunate dalla “regginità”.
Ieri anche i vertici locali di Fratelli d’Italia si sono riuniti a Roma per discutere delle candidature, e nella nota diffusa al termine dalla coordinatrice regionale Wanda Ferro si legge che «al momento siamo in attesa di una proposta formale da parte degli amici della Lega sull’uomo o la donna che dovrà guidare la coalizione unita del centrodestra» e ancora che «speriamo di iniziare presto la sfida elettorale con un candidato a sindaco rappresentativo della città di Reggio Calabria». Il termine “proposta” non lascia dubbi sull’interpretazione: alla Lega tocca indicare un nome sul quale la coalizione potrà esprimere il proprio assenso o dissenso. Fonti vicine a Cannizzaro, del resto, fanno notare che così è stato anche per la scelta del candidato alla presidenza della Regione Calabria. Il veto di Salvini sul sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ha costretto di fatto la coalizione a proporre un altro nome, Jole Santelli, sulla quale alla fine si è trovata la quadra grazie anche all’intervento di Silvio Berlusconi. Se Salvini ha potuto opporre il veto a Occhiuto, ragionano i forzisti reggini, ora il “capitano” dovrà digerire il veto su Minicuci. Intanto questa lunga attesa non fa bene a nessuno e FdI perde un pezzo pregiato. Antonino Carlo Fazio ieri con una lunga lettera ha ritirato la propria candidatura a consigliere comunale, costruita in cinque anni di attività politica sul territorio, scusandosi con i reggini e spiegando che la decisione è maturata proprio alla luce del «contesto tanto poco credibile come quello che sta vivendo il centrodestra in questa delicata fase storica». «Trovo inconcepibile – aggiunge Fazio – che in una città come Reggio Calabria, culla storica della Destra, quella vera, valoriale e coraggiosa, abbia abdicato in maniera così passiva ad un alleato (la Lega) che, ad oggi, non ha saputo gestire la responsabilità che gli è stata affidata (o forse appropriata autonomamente)! Perché anche quando io accettassi una situazione simile (come ammetto di aver fatto inizialmente tappandomi il naso) è inaccettabile che ancora ad oggi, non si sappia per certo chi sia il candidato a Sindaco della coalizione; un po’ come se decidessi di far parte di una squadra di calcio, senza sapere chi sia il mio allenatore!». (redazione@corrierecal.it)

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