ROMA «Chiediamo coraggio alla presidente Jole Santelli e a tutto il Consiglio regionale nel compiere un atto, che non richiederebbe coraggio, appunto, quanto buonsenso: si recepisca nella legge elettorale la doppia preferenza di genere». I portavoce del Movimento 5 stelle, Laura Ferrara, Anna Laura Orrico, Elisa Scutellà, Alessandro Melicchio, Massimo Misiti, Riccardo Tucci e Giuseppe Fabio Auddino chiedono alla Regione Calabria di uniformare la legge regionale e garantire una giusta rappresentanza di genere a Palazzo Campanella.
«Già una settimana fa – affermano – il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha diffidato formalmente la Regione Puglia ad adeguare entro il 28 luglio la legge elettorale regionale ai principi di promozione delle pari opportunità tra donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive. Suo malgrado il Consiglio regionale pugliese ha perso questa occasione e la legge elettorale che avrebbe dovuto recepire la doppia preferenza di genere è stata affossata. Ci aspettiamo dal Consiglio regionale calabrese un atteggiamento diverso, che sia responsabile e giusto. Non si aspetti, come successo in passato, di portare la modifica in Consiglio agli sgoccioli della scadenza della legislatura o peggio ancora “commissariamenti” da parte del Governo centrale». «La riforma della doppia preferenza di genere – continuano – è anzitutto uno strumento democratico e di giusta rappresentanza, lo dimostrano i numeri nell’Assise regionale che oggi conta fra i suoi banchi, oltre a Jole Santelli, solo altre due donne consigliere. La legge regionale elettorale attualmente presenta profili di incostituzionalità, in quanto viola gli articoli 51 e 117 che promuovono l’effettiva parità tra i due sessi nella rappresentanza politica. Ai cittadini calabresi venga data la possibilità di esprimere due preferenze di due generi diversi».
«È una richiesta avanzata negli anni – concludono i rappresentanti M5S – in maniera trasversale da tantissime realtà non solo politiche e che oggi diventa ancora più urgente viste le esortazioni del Governo».
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