A Catanzaro si sta facendo strada l’idea di costituire un “gruppo” politico per “Costruire la Città del futuro”. L’iniziativa, non facile e non semplice, senza precedenti in Calabria, intende raggruppare donne e uomini il cui obiettivo comune è di ritrovarsi intorno ai problemi della Città capoluogo di regione e insieme costituire un movimento politico che abbia la capacità di superare il frazionamento ideologico vigente nel panorama politico nazionale e locale. Un obiettivo, dunque, che superi l’appartenenza ideologica di quanti si impegneranno nella gestione della cosa pubblica locale, ciascuno disponendo della necessaria esperienza professionale, oltre che della cultura politica che, una tantum, non abbia ad essere motivo di sterile contrapposizione, e avendo solo l’unico obiettivo di assicurare a Catanzaro e al suo territorio professionalità e capacità gestionali.
Un esperimento che possa diventare tavolo quotidiano di scuola, di una platea che sappia redigere un programma di sviluppo complessivo inteso anche come possibile motivo di conurbazione con Lamezia Terme ed i territori esistenti tra le due città per costruire insieme la grande Città dell’Istmo. Si tratta in sostanza di un progetto politico e culturale che intende superare non solo il provincialismo, che continua a mortificare la crescita e lo sviluppo dei territori, quanto soprattutto l’accostarsi alla politica più come un posto di lavoro che come servizio per la collettività.
La stabilità della democrazia, infatti, non mette in discussione le differenze ideologiche, ma le amplia nel rispetto di un cambiamento morfologico del pensiero politico, con l’obiettivo di rafforzare il consenso e di incidere sul concreto funzionamento della democrazia.
La proposta non è apolitica, o peggio qualunquista; tende solo a privilegiare le qualità culturali e professionali di chi si candida, che sono basilari per lo sviluppo sociale se, oltretutto, rapportate alla mera appartenenza ideologica. Stiamo parlando di quella ideologia che può persino opprimere, ma che sicuramente supera le “pastoie” ed i vincoli che spesso non lasciano giudicare in modo sereno ciò che si intende fare per il proprio territorio.
Fuori dai partiti e senza partiti per come li conosciamo tradizionalmente, ma accomunati da un unico sentire: affrontare insieme un percorso di impegno e di ricostruzione che sappia mettere alle spalle la sconfitta culturale e politica determinata, quasi sempre, dal pressapochismo, dalle clientele attraverso il cosiddetto “voto utile”. Ma utile a cosa? E a chi?
Naturalmente un progetto del genere necessita della coesistenza di un progetto importante quanto difficile da attuare: recuperare le migliaia di elettori che da tempo non si recano più ai seggi elettorali per esprimere il voto. Un fenomeno che interessa direttamente o trasversalmente percentuali assai consistenti di elettori e la cui tendenza generale è, purtroppo, in crescita. Ci sarà pure un motivo che ha potuto determinare una così forte astensione dal voto. Gli esperti parlano della necessità di una rinnovata proposta di uguaglianza sociale ed economica. Prospettive non facili da raggiungere, ma indispensabili per concretizzare un progetto elettorale basato più sulle reali competenze dei candidati che sugli interessi di parte. L’esperimento politico che si vorrebbe proporre per Catanzaro mira proprio in direzione di tale processo innovativo che intende muoversi sulle macerie di anni di politica fatta di scontri e di rancori, di pressapochismo e di mancanza di capacità. Un progetto che vuole provare a costruire, tutti insieme, una classe politica nuova che sappia far prevalere una assoluta novità: Lavorare insieme per una nuova realtà su progetti predeterminati e condivisi.
*giornalista
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