Dal 1991 al 2019 sono stati 81 i comuni sciolti per mafia in Calabria.
Ad oggi, dopo i provvedimenti del Consiglio dei Ministri riguardanti Cutro e Sant’Eufemia d’Aspromonte, sono 21 i comuni e 2 le ASP commissariati per ‘Ndrangheta.
Considerato che 25 amministrazioni sono state colpite da più di un decreto di scioglimento, gli enti locali coinvolti nella procedura di verifica per infiltrazioni della criminalità organizzata sono stati fino al 2019 ben 94, di questi, 81 effettivamente sciolti.
Il fenomeno della permeabilità della politica e della pubblica amministrazione ai poteri criminali della ‘ndrangheta, dev’essere una priorità che riguarda:
– tanto la selezione dei gruppi dirigenti della politica,
– tanto la verifica del funzionamento dei Piani anticorruzione di ogni Ente, – tanto il ricambio e la mobilità di tecnici e dirigenti nei ruoli chiave di tanti Enti,
– tanto la selezione delle figure di vertice (es. Direttori Generali o Segretari comunali),
– tanto gli organismi di revisione e controllo della spesa pubblica,
– tanto l’azione efficace e coerente della Magistratura.
Ma se tanti sono gli Enti commissariati, altrettanti sono forse quelli borderline.
Eppure, non sembra esserci la giusta tensione morale per sostenere la bonifica di quei pezzi di pubblica amministrazione inquinata.
L’altra faccia della medaglia evidenzia solo nel 2019 n.53 atti intimidatori contro amministratori pubblici.
Tra chi soccombe e chi resiste è una guerra!
*Presidente Regionale Federconsumatori
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