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Morrone resta in consiglio regionale, respinto il ricorso di De Caro

Il Tribunale di Catanzaro boccia la tesi del primo dei non eletti di Fratelli d’Italia in provincia di Cosenza. «Si è dimesso entro i termini dalle cariche che ricopriva nelle cliniche di famiglia»

Pubblicato il: 10/08/2020 – 12:21
Morrone resta in consiglio regionale, respinto il ricorso di De Caro

CATANZARO Il Tribunale di Catanzaro ha rigettato il ricorso proposto da Enrico De Caro, candidato nelle file di Fratelli d’Italia alle scorse elezioni regionali, nei confronti di Luca Morrone, risultato eletto nella circoscrizione di Cosenza per Fdi, e Pietro Molinaro, consigliere regionale della Lega. De Caro è stato condannato anche al pagamento delle spese di lite in favore di Morrone, spese che il Tribunale ha quantificato in 2.768 euro. Morrone era difeso dagli avvocati Oreste e Achille Morcavallo.
Resta, dunque, immutata la composizione dell’assemblea di Palazzo Campanella. Il ricorso di De Caro poggiava sul presunto ritardo con il quale Morrone si sarebbe dimesso dagli incarichi che ricopriva in due strutture sanitarie di famiglia accreditate con il Servizio sanitario regionale. Per i giudici risulta che l’attuale consigliere regionale «abbia presentato lettera di dimissioni dalla carica di presidente e consigliere del consiglio di amministrazione della società “Villa Sorriso srl” in data 5 dicembre 2019 e dalla carica di consigliere di amministrazione della “San Barolo srl” in data 12 dicembre 2019» e «che le predette dimissioni siano state comunicate all’Ufficio registro imprese di Cosenza in data 13 dicembre 2019». Le variazioni, inoltre, sarebbero state iscritte «presso la Camera di Commercio di Cosenza il 18 dicembre 2019 e il 20 dicembre 2019». Di conseguenza, stabiliscono i giudici, «si agevolmente inferire che Luca Morrone abbia adempiuto ai propri obblighi di comunicazione entro il termine massimo previsto dalla legge, ovvero la data del 28 dicembre 2019 fissata per la presentazione delle candidature».
Secondo l’analisi del Tribunale, non vi sarebbe un «rapporto di dipendenza» fra le società e la Regione Calabria, poiché queste non solo «non risultano essere compartecipate dalla Regione» ma «risultano essere sottoposte a un controllo che non investe la gestione né le scelte societarie stricto sensu intese, né potrebbe essere altrimenti, come correttamente evidenziato dalla Regione stessa». A questo si aggiunge che «i contratti per le prestazioni da erogare, le modalità delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie, nonché quelle di fatturazione e di liquidazione sono conclusi tra l’Asp e le strutture sanitarie private. Per questo motivo – e cioè per la sostanziale indipendenza delle due società dalla Regione – le modalità delle dimissioni di Luca Morrone sono regolari. A tutto ciò va aggiunto che, per i magistrati, «la specifica causa di ineleggibilità» segnalata nel ricorso di De Caro «non sia riferibile ai consiglieri regionali».

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