COSENZA «La campagna per il riconoscimento dell’antica Sybaris Patrimonio dell’Umanità fa registrare una novità clamorosa con una adesione eccellente, un testimonial d’eccezione, che segna una svolta importante e fa ben sperare e essere ottimisti per l’esito finale. A scendere in campo, in modo eccelso e dirompente, infatti è oggi il noto storico dell’arte e parlamentare, Vittorio Sgarbi, che in un messaggio recapitato al leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, suo vecchio amico, insieme al quale, in passato, si era battuto a favore di Sibari e della Magna Grecia”, invita senza mezzi termini “il Ministero dei Beni Culturali a istruire subito la pratica per inserire Sibari tra i siti patrimonio della Umanità dell’Unesco” e illustra, “da par suo, con tutta la sua competenza e autorevolezza, con una analisi ineccepibile e sublime, perché all’antica Sibari spetta questo prestigioso riconoscimento. Sibari, scrive Sgarbi, è un luogo di civiltà, dello spirito e dei sensi, del desiderio di ricchezza, che va oltre la storia e il tempo! Un bene immateriale, non solo archeologico”».
Questo è quanto viene riportato, in un comunicato, dallo stesso Corbelli, che da due settimane, insieme al sindaco di Cassano, Gianni Papasso, ha ripreso e rilanciato questa vecchia storica battaglia. Il leader di Diritti Civili diffonde il messaggio di Sgarbi, che ringrazia per questo «importante, qualificato e autorevole contributo, per questa comune, grande battaglia a favore dell’antica Sibari e della Calabria» e si chiede «come potranno adesso il Governo italiano e l’Unesco ignorare una così netta, influente e straordinaria presa di posizione da parte di uno dei più grandi uomini di cultura del nostro Paese?».
«Ma, aggiunge Corbelli, è la motivazione, altissima, che illustra Sgarbi, che rappresenta la vera svolta e rende, di fatto, scontato e doveroso questo riconoscimento del Patrimonio Unesco all’antica Sybaris». Ma ecco cosa esattamente scrive il noto storico dell’arte nel suo messaggio a Corbelli: «È arrivato il momento che il ministero dei beni culturali istruisca la pratica per inserire Sibari tra i siti patrimonio della Umanità dell’Unesco. La grande città antica fu il più forte e concreto punto di congiunzione fra Grecia e Magna Grecia, ospitando gli esuli Achei. L’antica colonia fu fondata nella seconda metà dell’VIII sec. a.C. dagli Achei del Peloponneso sulla costa del Golfo di Taranto, al confine settentrionale dell’odierna Calabria. Il sito della primitiva città può considerasi oramai accertato in località Parco del Cavallo. Tra VII e VI sec. le si attribuivano un perimetro urbano di oltre 9 km e più di 300.000 abitanti, e conquistò la supremazia sulle città vicine: l’eccessiva floridezza ne accrebbe a dismisura la mollezza e il fasto tanto che in una famosa battaglia (510 ca a.C.) sul fiume Traente (odierno Trionto) i Sibariti furono sconfitti dai Crotoniati. Da qui, ancora nell’uso corrente, la parola “Sibaritico” con il significato di persona estremamente raffinata, che ama circondarsi di piacere e di lusso (con allusione alla nota ricchezza e libertà di costumi degli antichi abitanti di Sibari). Si tratta quindi di un luogo di civiltà e di affinità psicologica con consuetudini che vanno oltre il tempo e la storia, per le quali può addirittura valere, come per le feste religiose e popolari (vedi la Varia di Palmi) l’indicazione Unesco non solo di sito archeologico ima anche di bene immateriale. Sibari è un luogo dello spirito e dei sensi. Della storia e del desiderio di ricchezza. È, in un certo senso, nel bene e nel male, una città del nostro tempo e indica un’ansia della nostra vita».
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