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Nave quarantena, Stasi tuona: «Scorrettezze istituzionali, diano risposte o ci opporremo»

Il sindaco di Corigliano Rossano si chiede perché «solo adesso il Governo si accorge che qui c’è un porto». È critico con Ministero delle Infrastrutture e la presidente della Regione («non poteva n…

Pubblicato il: 13/08/2020 – 17:22
Nave quarantena, Stasi tuona: «Scorrettezze istituzionali, diano risposte o ci opporremo»

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO
Parole come «scorrettezza» o «sciatteria» risuonano male quando ad utilizzarle è un sindaco, quindi un’istituzione. Se poi quei sostantivi sono indirizzati ad altre istituzioni sub comunali – tra cui la Regione e il Ministero – è certamente peggio.
Flavio Stasi, nell’“accogliere” la nave quarantena “Gnv Aurelia” che stazionerà nelle acque antistanti ed attraccherà al porto di Corigliano Rossano da domani, utilizza un po’ il bastone, un po’ la carota. Scudisciate quando si tratta di affrontare i temi che riguardano proprio lo sviluppo di uno scalo portuale dalle potenzialità infinite, ma dimenticato puntualmente se si tratta di programmare sviluppo, carezze se parla di accoglienza.
«CORIGLIANO ROSSANO È CITTÀ ACCOGLIENTE» «Corigliano-Rossano è una città che accoglie. È insito nella nostra cultura lo dimostra la nostra storia, lo dimostra tra le altre cose anche la presenza degli Sprar lungo il territorio cittadino e le politiche sociali messe in atto dalla nostra amministrazione. La nostra città, quando si tratta di persone, non fa scarica barile e non si tira mai indietro», è l’incipit del primo cittadino. «Miope – aggiunge subito – e criticabile piuttosto è la politica nazionale in tema di immigrazione che appare più condizionata dal consenso che da una visione di più ampio respiro. Il tema delicato delle migrazioni, ridotto in tempi di emergenza Covid a navi-galera, lascia perplessi e preoccupati».
«NESSUNO CI HA INFORMATI» Sin qui, nulla questio. Ma tornando all’attualità «è evidente come la scelta di allocare la cosiddetta “nave-quarantena” nel porto di Corigliano Rossano sia stata gestita, senza mezzi termini ed ad ogni livello, con sciatteria, superficialità e senza rispetto istituzionale». Ecco la seconda serie di ceffoni del sindaco Stasi, che prosegue. «Basti pensare che il collega di Gioia Tauro pare abbia ricevuto una comunicazione, ormai due giorni fa, con la quale si precisava che l’imbarcazione non avrebbe più attraccato nel suo porto bensì in quello di Corigliano Rossano, senza però che il sindaco della città interessata ne fosse a conoscenza. Cosi come non sono state informate le rappresentanze parlamentari del territorio, nonostante queste facciano parte della maggioranza di Governo».
«POCA TRASPARENZA ANCHE DALLA REGIONE» Deficit nella comunicazione istituzionale, quindi, o voglia di celare ad un sindaco una patata bollente in piena estate? Il sindaco di Corigliano Rossano lascia intendere di voler considerare anche questa interpretazione. Proprio per questo nelle tante interlocuzioni di ieri, a tutti i livelli, il primo cittadino ha chiesto «serietà e rispetto del territorio, e non a caso ho atteso di consumare una serie di incontri con gli enti preposti prima di diramare una dichiarazione pubblica in merito». Che un sindaco apprenda «una tale notizia dalla stampa», per Stasi «è emblematico di come si stia affrontando questa vicenda» e «lascia persino aperto il campo ad interpretazioni poco trasparenti sulle vere ragioni della scelta che anche altri livelli istituzionali, a partire dal presidente della Regione Calabria, non potevano non conoscere».
«SOLO ADESSO IL GOVERNO SI ACCORGE CHE QUI C’È UN PORTO» La domanda che si pone il sindaco di Corigliano Rossano da ieri, però, è un’altra. «Solo ora il Governo centrale si è ricordato dell’esistenza del nostro porto? Da decenni, nelle varie sedi istituzionali, stiamo sgomitando per ottenere investimenti per servizi minimali, come l’acqua potabile, l’illuminazione, la segnalazione dei pericoli e la sicurezza delle banchine, a fronte di decine e decine di milioni di euro che vengono puntualmente dirottati verso altri porti e di una potenzialità sistematicamente mortificata da governi nazionali e regionali di ogni colore. Dunque, prima di chiedermi se è opportuno o meno che la nave quarantena attracchi nel nostro porto o altrove, chiedo oggi con forza, a prescindere da quello che succederà alla fine, che al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si apra immediatamente un tavolo per il rilancio del nostro porto, per la valorizzazione della posizione strategica in ottica di Hub dell’agricoltura, di porta verso i Balcani, di approdo crocieristico e turistico».
Flavio Stasi, ancora, chiede «a tutte le forze politiche e sociali della città di farsi carico di questa rivendicazione che, anche alla luce di quanto sta accadendo, non può più aspettare, che non può restare nel cassetto di qualche sottosegretario o qualche ministro, che deve diventare un tema nazionale di attualità e non un periodico tema elettorale».
«FAREMO LA NOSTRA PARTE MA ASPETTIAMO RISPOSTE» Ritornando sull’Aurelia, in un’ottica di accoglienza e di «voler fare la propria parte, da sindaco sto chiedendo alle istituzioni competenti, con grande franchezza, quali tipi di servizi si pensa di garantire alla comunità di Corigliano Rossano, ai migranti che dovranno essere ospitati sull’imbarcazione ed al personale (sanitario e non) che dovrà lavorarci, in un porto nel quale non sono garantiti i servizi minimali, la sicurezza, le condizioni igienico-sanitarie? Con quali strutture sanitarie – prosegue il primo cittadino nel porre domande – si intendono affrontare eventuali emergenze, atteso che ad oggi i nostri plessi ospedalieri sono ancora immobilizzati dalla gestione “ordinaria” dei casi sospetti e non riescono a garantire servizi essenziali alla popolazione? Quale grandissima causa di forza maggiore ha indotto le istituzioni competenti, quindi le articolazioni di Governo, a scegliere un porto che si trova dentro il popoloso tessuto urbano di una città e nel mezzo di un’area turistica, che rappresenta il nostro pane, piuttosto di altri luoghi circondati da “produttivissime” aree industriali?»
«Le forze di Governo hanno il dovere di fornire elementi – sottolinea ancora – qualora esistano, per superare queste profondissime perplessità, che sono le perplessità di una intera popolazione la quale intende l’accoglienza come una cosa seria e non ha l’anello al naso».
«PRONTI A IMPEDIRE CON OGNI MEZZO QUESTA IPOTESI» In conclusione, Stasi passa alle vie di fatto, come quando da attivista non passava per grande diplomatico. «In assenza di questi elementi di chiarezza – tuona il sindaco di Corigliano Rossano – di fronte alla manifesta insensatezza di questa scelta, sia chiaro che il governo della città impedirà con ogni mezzo a propria disposizione che si realizzi una tale ipotesi, che è raffazzonata, inutile, rischiosa in questa fase pandemica, tanto per la nostra comunità, quanto per i migranti. A tal proposito non possiamo non richiamare al proprio compito di chiarezza politica, nonché di forte pressione istituzionale, tutte le espressioni del territorio e della Calabria, a partire dalla nostra folta delegazione parlamentare fino al presidente della Regione, a cui chiediamo di intervenire di fronte a tanta disattenzione nei confronti del nostro territorio e del nostro porto. Ribadirò nuovamente, con chiarezza, questa posizione ancora oggi presso la Prefettura ed in tutte le sedi competenti. Questa vicenda – chiosa Flavio Stasi – interroga ancora una volta l’intera area della Sibaritide sulle politiche sanitarie, sociali, infrastrutturali di cui necessita e rispetto alle quali non è più possibile attendere immobili».
Un corto circuito fra istituzioni, insomma, che ricade – fra capo e collo – sui cittadini, anche loro costretti a subire decisioni calate dall’alto, troppo spesso inique e ingiuste nei confronti del nordest calabrese. (l.latella@corrierecal.it)

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