CORIGLIANO ROSSANO Siccità non fa rima con ospitalità. Ed allora capita che la carenza idrica spinga alcuni ospiti di strutture ricettive situate nella zona montana di Corigliano, esasperati, a tagliare corto con le vacanze in loco e andarsene da un’altra parte.
Ed è quanto accaduto ad alcuni villeggianti ospiti di Piana Caruso che, stanchi della mancanza d’acqua, abbiano deciso di chiudere l’esperienza vacanziera a Corigliano. Un paradosso se si pensa che si tratta di una località alle pendici della Sila Grande intono ai mille metri.
Un tempo luogo località accogliente ed ambita, Piana Caruso è abbandonata da decenni al suo lento ed inesorabile declino. Residenti – vi vivono molte famiglie durante tutto l’arco dell’anno – turisti amanti della montagna ed alcuni bar e ristoranti che insistono in zona, da tre giorni non sanno più a quale santo votarsi. Nessuno ha comunicato il problema, quindi non è dato sapere se si tratti di un guasto o di siccità vera e propria, ed anche il servizio autobotti comunali che intervengono in casi del genere, sono oberate di lavoro. Il rimpallo di responsabilità fra Sorical e Comune fa il resto.
Ma Piana Caruso è solo la punta dell’iceberg e di un sistema idrico cittadino che – letteralmente – fa acqua da tutte le parti. Il problema è a valle, perché sulla carta, l’approvvigionamento idrico basterebbe a servire, abbondantemente, tutta la città di Corigliano Rossano, servita da due grandi acquedotti montani, tra cui il Fallistro, che pompano all’origine oltre 90 litri al secondo d’acqua. Anche troppo.
Incanalata verso valle, l’acqua si perde in mille rivoli, fra allacci abusivi, condotte vetuste, decine e decine di perdite, deviazioni irrigue anche queste poco o nient’affatto lecite. E così sia a Rossano che a Corigliano il “fenomeno” è il medesimo: niente acqua dai rubinetti.
Il problema, insomma, è atavico. Sono decenni che d’estate – e sempre più spesso anche d’inverno – la carenza idrica martori diverse zona della città.
È delle scorse settimane l’ultima grande protesta, questa volta a Schiavonea – per colpa di una rete idrica allungata in orizzontale all’inverosimile dallo scalo di Corigliano – da parte di villeggianti, residenti e attività commerciali che per diversi giorni si sono ritrovati senza un filo d’acqua, andando incontro a conseguenze inimmaginabili, soprattutto sotto il profilo igienico.
Una realtà, dunque, ormai insopportabile e inaccettabile, sia a Corigliano che a Rossano, a cui l’Amministrazione comunale ha provato a mettere una toppa attivando alcuni pozzi su tutto il territorio. Ma ciò non basta a calmierare la “sete” di ampie aree del territorio, puntualmente angustiate da una anomala siccità, per una città di 80mila abitanti, comunque alle pendici della Sila. Problemi che gli amministratori, presenti e passati, conoscono da tempo ma che difficilmente potranno essere risolti senza ingenti risorse extra bilancio e controlli serrati dalla sorgente, a cascata verso valle. (lu.la.)
x
x