di Alessia Truzzolillo
CATANZARO Il Tribunale di Catanzaro, sezione penale feriale – presidente Giuseppe Valea, Ermanna Grossi e Arianna Roccia a latere – ha accolto la richiesta avanzata dagli avvocati Mario Murone e Giovanni Lacaria e ha disposto la restituzione dei beni sequestrati a Giovanna Conidi, moglie di Domenico Bretti, tratto in arresto nel corso dell’operazione antimafia “Imponimento” contro la cosca Anello-Fruci di Filadelfia. Nei confronti della donna, non indagata in questo procedimento, il Riesame ha disposto la restituzione della somma sequestrata pari a 7.330,00 euro, sequestrati il 21 luglio nel corso dell’operazione. Conidi è, infatti, la titolare della ditta individuale “Gardenia marmi”, gestita di fatto, secondo l’accusa, dal marito Domenico Bretti, finanziere accusato, tra le altre cose, attraverso la ditta della moglie, «di accedere alla spartizione oligopolistica e mafiosa di appalti e commesse nella zona, grazie alla influenza ed alla “sponsorizzazione” della cosca Anello».
L’indagato deve rispondere di violazione di segreto d’ufficio, corruzione, aggravati dal metodo mafioso. Nel corso della perquisizione, seguita la suo arresto, la Guardia di finanza ha rinvenuto in una delle tre camere da letto la somma di 17.910,00 euro.
Secondo i giudici la donna ha fornito prova della provenienza della somma dall’attività imprenditoriale a lei intestata, poiché il versamento degli incassi non avveniva con cadenza giornaliera ma a distanza di settimane o anche mesi. «Viene, quindi, a trovare nel presente procedimento incidentale e alla luce della documentazione acquisita, conforto l’affermazione della ricorrente Giovanna Conidi della provenienza lecita della somma sequestrata». (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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