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Sturzo, De Gasperi e Moro: quando la politica era Politica

Tradizionale ricordo di tre grandi protagonisti del ‘900 organizzato a Catanzaro dal Nuovo Cdu. Tassone: «Stiamo costruendo la federazione Dc proprio per recuperare una storia di passione, democraz…

Pubblicato il: 19/08/2020 – 14:02
Sturzo, De Gasperi e Moro: quando la politica era Politica

CATANZARO Quando la politica era Politica. L’attualità della lezione di don Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi e Aldo Moro: è stato questo il tema di fondo che ha caratterizzato il ricordo di tre grandi protagonisti del ‘900 organizzato a Catanzaro, come da tradizione, dal Nuovo Cdu guidato dal segretario nazionale Mario Tassone. Due i momenti nei quali si è snodato il ricordo di don Sturzo, De Gasperi e Moro: prima una messa in suffragio nella parrocchia San Nicola e poi, nel rispetto delle misure anti-Covid, una serie di interventi e di testimonianze. A concludere l‘iniziativa, alla quale hanno partecipato Nino Gemelli, già europarlamentare, e dirigenti del Nuovo Cdu come Vito Bordino e Rossella Trapasso, è stato lo stesso Tassone, più volte parlamentare e esponente di governo con la Democrazia Cristiana e oggi leader del Nuovo Cdu, partito impegnato nella costruzione della Federazione Dc.
«Questo incontro – ha esordito Tassone – non è affatto nostalgico o liturgico ma vuole recuperare la forza di una storia politica e culturale di civiltà, democrazia, libertà e partecipazione per trasfonderla nella realtà presente. Oggi viviamo una crisi profonda, un tentativo di disgregare una costruzione democratica del Paese, da qui l’attualità del messaggio e della lezione di don Sturzo, De Gasperi e Moro, figure che – ha ricordato il segretario nazionale del Nuovo Cdu – guardavano in prospettiva, guardavano alle giovani generazioni, guardavano al bene comune e non all’interesse particolare, figure che oggi più che mai ci stimolano ad avere l’entusiasmo, l’energia, le prospettive, le speranze, le idee forti che non ci sono più».
Tassone ha poi aggiunto: «Stiamo costruendo la Federazione Dc proprio per perseguire questo obiettivo. È uno sforzo enorme, immane, che abbiamo il dovere di fare per riportare al centro la politica fatta di grandi idee, grandi slanci, grandi passioni. Ricordiamo don Sturzo, De Gasperi e Moro perché non voglio rassegnarmi al fatto che la storia e il filone dei cattolici democratici non ci siano più nella vicenda politica del Paese, mentre invece prevalgono l’avventurismo politico, l’approssimazione, l’impostura, il conformismo. Non voglio rassegnarmi al fatto che – ha spiegato il segretario del Nuovo Cdu – quella storia sia spazzata via e prenda invece definitivamente il sopravvento la politica fatta su Rousseau, sulla Rete e su piattaforme nelle quali non c’è anima, non c’è cuore, non c’è passione, non c’è selezione di un’adeguata classe dirigente».
Tassone ha poi concluso: «Ricordiamo oggi anche don Franco Lorenzo, che ci manca ogni giorno che passa, e Alberto Schiavone, mio collaboratore dotato di grande lealtà e umanità e persona che fa parte della mia famiglia, e del resto ho sempre concepito un partito come una famiglia, con una dimensione umana che deve essere sempre in primo piano: anche questa è una lezione che ci tramandano don Sturzo, De Gasperi e Moro». Anche Nino Gemelli ha rimarcato l’attualità della lezione politica di don Sturzo, De Gasperi e Moro, accomunati – ha detto – «dal fatto di essere animati dallo spirito della comunità e dall’essere costruttori di una prospettiva di futuro e di aggregazione, come di una visione dell’Europa fondata sulla solidarietà, quella visione che l’Europa ha finalmente mostrato in questi mesi di crisi». Sofia Rossi, di Cosenza, ha ricordato gli anni da allieva di Aldo Moro, che «amava i calabresi e ci chiedeva sempre notizie della nostra attività: Moro, Sturzo e De Gasperi – ha aggiunto – sono tre giganti per la loro visione ma anche per la loro concretezza». Infine, Giancarlo Nicotera, segretario del Nuovo Cdu di Lamezia Terme, ha messo l’accento sul «senso di responsabilità e delle istituzioni che accomunava Sturzo, De Gasperi e Moro», citando poi lo stesso De Gasperi: «Alla fine della guerra De Gasperi disse che le macerie dovevano essere trasformate in pietre angolari, sta a noi oggi fare tesoro di questo insegnamento». (c. ant.)

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