CATANZARO Una serie di firme tra politici, docenti, attivisti, ricercatori e studenti calabresi sottoscrive un documento per spiegare le ragioni della risposta negativa al referendum sul taglio del parlamentari del prossimo 20-21 settembre: «La riduzione dei costi della politica e l’eliminazione di ingiustificabili privilegi rappresentano degli obiettivi che sono stati giustamente posti in questi anni al centro del dibattito pubblico e che meritano di essere perseguiti con forza. Ma non a scapito della qualità della nostra democrazia, non a detrimento del principio della rappresentanza, non come arma di distrazione di massa dalle vere priorità del Paese.
Il 20 e 21 settembre 2020 siamo chiamati a votare per il Si o per il No nel Referendum costituzionale sulla Legge costituzionale che modifica la composizione del Parlamento italiano (Camera dei deputati e Senato della Repubblica)».
VOTEREMO PER IL NO «Voteremo per il No – si legge nel documento – anzitutto, per motivi politici in quanto crediamo nella democrazia costituzionale, nella forma parlamentare di governo, nelle garanzie costituzionali e dunque difendiamo la democrazia sostanziale e progressiva con tutti gli istituti che la materializzano nella vivacità e nella concretezza della vita politica (istituti di democrazia rappresentativa e istituti di democrazia diretta).
Riteniamo che sia oggi evidente, a fronte della sterilità del confronto politico tra i partiti sulla legge elettorale, come non sia stato opportuno legare una così significativa riforma costituzionale (una riforma del Parlamento, che costituisce il “pilastro della democrazia rappresentativa”) alla promessa di una nuova legge elettorale (che è legge ordinaria, e che in Italia è oramai materia molto scivolosa, instabile e dal 2014 anche controllabile dalla Corte Costituzionale). La riduzione dei Parlamentari in assenza di qualsivoglia certezza sull’assetto futuro rappresenta un rischio da rigettare con determinazione.
Voteremo per il No anche per motivi istituzionali, in quanto il Parlamento come istituzione può funzionare efficacemente solo se si mettono in fila tutti i passaggi di una (necessaria) riforma che lo rafforzi e non lo indebolisca strutturalmente. Il problema dell’oggi e del domani non è solo quella della governabilità nei processi di decisione pubblica, ma è anche quella della rappresentanza politica generale e territoriale.
Come è evidente il taglio dei parlamentari produce preoccupanti effetti dis-rappresentativi sulle realtà regionali italiane (alcune territori perdono molti seggi, altre no). In diverse Regioni, Calabria compresa, forze politiche consistenti rischiano di non poter più essere rappresentate in Parlamento, lasciando pezzi significativi della società privi della possibilità di costruire percorsi di reale cambiamento.
Voteremo per il No, infine, per motivi di agibilità comunicativa (e dunque politica), in quanto la data fissata dal Governo per la consultazione referendaria non consente quel libero confronto tra distinte idee e distanti opzioni istituzionali (opzioni, nel fondo, riconducibili alla cultura costituzionale dei loro portatori) che sarebbe necessario per poter valutare appieno la portata della decisione referendaria.
E’ sempre più evidente che questo Referendum sulla Legge costituzionale taglia-parlamento, per come è stato impostato e gestito finora, non consente a nessuno di sfilarsi (come pure alcune forze politiche stanno facendo) dalla contesa referendaria adducendo motivazioni tattiche frutto di artificiosi e deboli bizantinismi. La portata della decisione referendaria del 20 e 21 settembre 2020 si riduce, per come ci siamo arrivati, ad una contesa non tra le stimolanti idee di Rousseau (200 anni fa) e quelle formalmente offerte da Kelsen (100 anni fa), ma tra la difesa della centralità del Parlamento nell’era della rete e della biopolitica e un anti-parlamentarismo spiccio e usurato (che guarda al modello russo o sudamericano più che a quello europeo).
Tutto si riduce in pratica al ritorno della contesa tra parlamentaristi e presidenzialisti. Se così è, non dovrebbero esserci dubbi per tutti coloro che amano la nostra Costituzione, che hanno una visione avanzata della democrazia, che temono la concentrazione eccessiva dei poteri e che alla politica degli slogan e dei selfie preferiscono la politica del confronto, dell’ascolto, del pluralismo.
Noi, per l’appunto, non abbiamo dubbi, noi voteremo NO».
HANNO SOTTOSCRITTO L’APPELLO
1. Ugo Adamo
2. Nicola Fiorita
3. Silvio Gambino
4. Walter Nocito
5. Maurizio Agostino (Sant’Onofrio)
6. Mario Alberti (Melito Porto Salvo)
7. Nuccio Barillà (Reggio Calabria)
8. Gianmichele Bosco (Catanzaro)
9. Anglo Broccolo (Corigliano/Rossano)
10. Fiorella Cannatà (Tiriolo)
11. Angelo Carchidi (Rosarno)
12. Emanuele Carnevale (Paola)
13. Davide Corasaniti (Davoli)
14. Laura Cirella (Reggio Calabria)
15. Michele Conia (Cinquefrondi)
16. Maria Joel Conocchiella (Vibo Valentia)
17. Massimo Covello (Casali del Manco)
18. Francesco Cuteri (Catanzaro)
19. Francesco De Venuto (Catanzaro)
20. Ida Dominijanni (Catanzaro/Roma)
21. Francesco Donnici (Campana)
22. Laura Fazzari (Lamezia Terme)
23. Sara Fazzari (Soverato)
24. Valentina Femia (Marina di Gioiosa)
25. Valerio Formisani (Cosenza)
26. Gregorio Gallello (Gasperina)
27. Tommaso Greco (Caloveto/Pisa)
28. Francesco Ierace (Gioia Tauro)
29. Domenico Lucano (Riace)
30. Gianfranco Macrì (San Vito sullo Jonio/Salerno)
31. Stefano Montesano (Cenadi)
32. Ottavia Oliverio (Cutro)
33. Bruno Palermo (Crotone)
34. Luigi Pandolfi (Saracena)
35. Cataldo Perri (Cariati)
36. Angelica Perrone (Cosenza)
37. Andrea Petta (Trebisacce)
38. Filly Pollinzi (Crotone)
39. Silvio Primerano (Vibo Valentia)
40. Ferderica Roccisano (Siderno)
41. Valerio Romano (Gioia Tauro)
42. Raffaella Rinaldis (Marina di Gioiosa)
43. Sandro Scalercio (Cosenza)
44. Franco Scalfaro (Cortale)
45. Filippo Sestito (Crotone)
46. Janine Sinopoli (Simeri Crichi)
47. Pietro Tarasi (Cosenza)
48. Daniela Trapasso (Badolato)
49. Nancy Valente (Pizzo)
50. Maurizio Zavaglia (Gioiosa Jonica)
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