FALERNA «Bisogna dire che, occupare abusivamente il demanio da parte di chi può permettersi una seconda casa o un fitto “in riva al mare”, comporta una discriminazione nei confronti di coloro, che questa possibilità non la possono avere». È il commento di Daniele Menniti, sindaco Falerna, in merito alla recente operazione congiunta della Guardia costiera e della polizia locale che ha portato al sequestro di decine di ombrelloni e altre attrezzature da spiaggia lungo il litorale del centro del Tirreno catanzarese. «Questi ultimi – aggiunge il primo cittadino al Corriere della Calabria – pur affannandosi nel loro pendolarismo (anche solo da Falerna Paese) per giungere sulla spiaggia nelle prime ore del mattino, trovano tutto occupato da ombrelloni vuoti che vengono aperti quando, con tutti i comodi, i loro padroni decidono di scendere in spiaggia. In pratica lidi privati, come se avere una casa in prossimità della spiaggia, legittimi il possesso della stessa».
«Un abuso che, in periodo di pandemia – sostiene ancora Menniti – assume contorni gravissimi a causa della necessità di garantire il necessario distanziamento sociale che sarebbe garantito con l’occupazione abusiva, divenendo così una pratica discriminatoria nei confronti di coloro che non possono consentirsi il lusso di una casa “in riva al mare”».
Da qui la motivazioni del sindaco di Falerna all’operazione di polizia svolta nei giorni scorsi: «Ecco, perché, nell’ambito del progetto “spiagge sicure 2020” si è dovuti intervenire anche nella repressione dell’occupazione abusiva del demanio».
«Potersi permettere il lusso, in tempi di pandemia, di avere una “casa in riva al mare” – tuona Menniti – non da il diritto a diventare proprietari della spiaggia pubblica, come se fosse un lido privato».
«Nei giorni precedenti – conclude il sindaco – tra l’altro, non abbiamo potuto fare passare il pulispiaggia per le occupazioni abusive, anche di barche. Poi si lamentano per la pulizia».
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