Sono assalito da telefonate non solo di forestieri che vogliono vedere il Pollino piuttosto che l’Aspromonte, ma anche di calabresi residenti che vogliono sapere come si arriva nel tal posto o nel tal altro. La maggior parte dei telefonisti “nostrani” l’anno scorso, di questi tempi, era in Trentino o a Sharm El Sheik. Del Trentino dicevano: “Che organizzazione! Che posti belli! Prati, sentieri, alberi, montagne sempre in ordine!” La nota località egiziana, invece, la chiamavano, confidenzialmente “Sharm”, quasi fosse una seconda patria. Quest’anno no: tutti in Calabria, a selfarsi su spiagge e montagne, fra un drink e una bruschetta con la nduja, fra un panino al pescespada e un’overdose di birra, fra un apericena ed una grigliata mista, da Rocca Imperiale a Saline Joniche, da Lorica a Scilla, da Praia a Gambarie … C’è anche chi ha detto, la notte di San Lorenzo: “Come si vedono le stelle cadenti dalle spiagge della Calabria, non si vedono da nessun’altra parte. Ed è garantito che si avverano tutti i desideri!” E giù a segare tronchi per alimentare i falò proibiti sul demanio pubblico ed a tracannare superalcoolici da vomitare qualche ora più tardi. Naturalmente hanno anche scoperto tutte le giostrine adrenaliniche che le nostre montagne sono in grado di offrire. E meno male che il Canyon del Raganello è ancora sotto sequestro, altrimenti prima di fare un passo in quei budelli di roccia, avresti dovuto prendere il numerino. Ma io dico: dopo l’avventura in rafting sul Lao, i nostri si ricorderanno che i rami delle piante sulle sponde sono tutte infiorettate di buste di plastica? Dopo che avranno bevuto e mangiato a “scassapanza” sotto la frescura degli alberi si renderanno conto che boschi del Reventino o delle Serre o del Paolano o di mille altri luoghi sono quotidianamente dilaniati dalle motoseghe per alimentare le centrali a biomasse? Dopo che si saranno gloriati di qualche raro giorno di mare caraibico si renderanno conto di aver fatto il bagno in una fogna? E potrei continuare all’infinito. Mi domando: è vero amore? O è infatuazione momentanea? Non foss’altro perché sono sicuro che gli stessi calabresi che oggi osannano la Calabria, l’estate prossima, ad emergenza Covid finita, riprenderanno tutti la via del Trentino e di Sharm. E giù di nuovo a magnificare l’estero ed a prendersela con la Calabria. Rigorosamente senza aver fatto proprio nulla per cambiare le cose quaggiù. Ovviamente, si porteranno dietro qualche confezione sottovuoto di nduja e soppressata ed un sacchetto di peperoncini. Tanto per poter dire che qualcosa, in Calabria, in fondo ce l’abbiamo pure noi.
*avvocato
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