CATANZARO «Aumentare il numero delle matricole di medicina e chirurgia, estendendo di almeno altre 50 unità il “numero chiuso” fissato per l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro». E’ l’appello lanciato dal presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, alla vigilia dei test di ammissione che si terranno il prossimo 3 settembre. Un appello rivolto ai ministri dell’Università, Gaetano Manfredi, e della salute, Roberto Speranza, nonché ai parlamentari calabresi di tutti i partiti e alle autorità accademiche dell’Umg.
Tallini, pur riconoscendo «che si tratterebbe di una deroga speciale al bando emanato dal Ministero», si è soffermato «sulla straordinarietà della situazione sanitaria calabrese che impone di guardare al futuro con lungimiranza.
Alla Calabria – ha osservato il presidente del Consiglio regionale – servono molti medici, giovani e preparati, che possano costruire la sanità del futuro, tra sei o sette anni. L’emergenza covid ci ha insegnato che occorre prendere decisioni coraggiose, come quella inserita nel decreto Cura Italia che ha annullato l’esame di abilitazione per i neo laureati in medicina, consentendo loro di rafforzare i presidi ospedalieri durante la prima ondata del virus. E di una decisione coraggiosa abbiamo bisogno per aumentare i posti disponibili per l’accesso alla facoltà di medicina e chirurgia. So bene che si tratta di una battaglia difficile, che si scontrerà con la visione burocratica del Miur e con le resistenze di certi settori accademici. Capisco anche che l’aumento delle matricole ha bisogno di un parallelo rafforzamento dei docenti, ma credo – asserisce Tallini- si possa e si debba tentare di dare una risposta ai tanti giovani che il 3 settembre si recheranno ai test, rischiando di restare esclusi. E’ altrettanto evidente che bisogna perseguire un potenziamento delle scuole di specializzazione, in parte già realizzato, perché la laurea, da sola, non può bastare in una sanità che punti sulle eccellenze».
«L’ideale – ha concluso Tallini – sarebbe stata una riforma dell’accesso a medicina, con l’abolizione del numero chiuso e l’introduzione del metodo ‘francese’ che prevede l’ingresso libero per tutti al primo anno e una dura selezione, sulla base dei risultati individuali ottenuti dagli studenti, per gli anni successivi. Se ne parla da anni, ma in Italia non si ha mai il coraggio di imprimere forti novità nel mondo universitario. Ma ora dobbiamo concentrarci sull’esistente e impegnarci perché il test del 3 settembre non si tramuti in un inaccettabile ‘imbuto formativo’ che lascerà fuori centinaia di aspiranti medici calabresi».
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