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«La discarica di Celico è piena. Ora c’è da lottare per evitarne l’ampliamento»

In una nota il Comitato Ambientale del Presilano sottolinea come gli ultimi sversamenti nel sito ne abbiano decretato il definito riempimento. Ora c’è da attendere le mosse della Regione e di Arpacal

Pubblicato il: 29/08/2020 – 12:08
«La discarica di Celico è piena. Ora c’è da lottare per evitarne l’ampliamento»

COSENZA «Sabato 22 agosto 2020 sono state sversate le ultime tonnellate di rifiuti che hanno riempito definitivamente l’enorme buca scavata tra i nostri boschi che ci hanno avvelenato per anni in violazione di norme di tutela». A comunicarlo è il Comitato Ambientale della Presila, che lancia l’allarme: «Finalmente è arrivata la parola fine ad una vicenda che avremmo preferito terminasse diversamente, con il blocco dei conferimenti e il ritiro delle autorizzazioni. Ma le leggi rivolte sempre ed esclusivamente alla tutela degli imprenditori, in barba agli interessi legittimi dei cittadini, vittime incolpevoli di un sistema malato e di una politica cieca o collusa, lo hanno impedito».
Secondo il Comitato «l’ultima ordinanza della Presidente Santelli prevedeva l’utilizzo della discarica di Celico fino alla fine di settembre.
Dai nostri calcoli non erano rimasti volumi di abbanco sufficienti e lo avevamo scritto nei comunicati e con accesso agli atti della Regione. Lunedì scorso finalmente qualcuno si è accorto che la discarica è piena e che non può accogliere altri rifiuti».
«Proveranno ad autorizzare dei sovrabbanchi?» Si chiede il Comitato, che reputa possibile l’ipotesi, pur sottolineando quali potrebbero essere le conseguenze: «Dovranno passare attraverso una nuova Valutazione di Impatto Ambientale o una Valutazione di Incidenza, una nuova Autorizzazione Integrata Ambientale, un nuovo Piano di Monitoraggio e delle conferenze dei servizi alle quali non permetteremo che vengano più forniti pareri positivi, come fatto sino al 2014 dal Comune di Celico, nel silenzio assordante dei comuni limitrofi, del Parco della Sila, della Provincia, della USP, dell’ARPACAL e della soprintendenza. Rimane in funzione l’impianto di lavorazione dei rifiuti, che utilizza tecnologie vetuste, per il quale pende una strana richiesta di ampliamento alla quale ci siamo già opposti. L’impianto continuerà ad emanare miasmi perché le soluzioni messe in atto sinora non hanno impedito il diffondersi di cattivi odori.
C’è da rimanere vigili. Lottare per impedire che l’ampliamento dell’impianto venga autorizzato e soprattutto per prevenire l’apertura di nuove buche o il sovabbanco delle esistenti. La lotta non è finita. Il territorio si difende con la vigilanza costante e lottando per aumentare le norme di tutela. Il nostro obiettivo è l’ampliamento del Parco della Sila sino a giungere alle porte di Cosenza.
Nuove sfide ci attendono per lasciare un mondo più sano e pulito alle future generazioni».

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