CROTONE Prima l’approdo dell’imbarcazione nelle acque limitrofe alla costa di Sellia Marina. Poi la decisione di scortarla al porto di Crotone per permettere lo sbarco delle 23 persone a bordo.
L’arrivo dei soccorsi, il boato e in un attimo tutto cambia: il fuoco, le urla, i dispersi e poi la notizia del ritrovamento dei corpi senza vita (qui l’approfondimento). La Procura di Crotone ha già aperto un’inchiesta per riuscire a ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente.
Su quell’imbarcazione, al momento dell’esplosione, con tutta probabilità causata dalla presenza a bordo di carburante, c’era anche Antonio Frisella, della Guardia di finanza, che stava prestando soccorso. Ancora un po’ scosso, ricostruisce l’accaduto in un’intervista rilasciata ad Adnkronos: «Ero insieme all’appuntato scelto Qs Maurizio, eravamo a bordo del veliero» quando «c’è stata un’esplosione a bordo, da cui si sono sviluppate le fiamme». Frisella e il collega rimangono feriti. Non sono gravi, ma le drammatiche immagini di quel momento sono ora impresse nella loro mente.
LA DINAMICA «Più che fiamme – spiega – c’è stata un’esplosione a bordo. Appena avvenuta l’esplosione sono stato sbalzato all’indietro e mi sono buttato a mare. Abbiamo provato a salvare le persone», in «mare abbiamo cercato di salvare qualcuno, c’era sul posto la nostra vedetta, il comandante della vedetta si è buttato in mare».
Ma «parecchi migranti, quasi tutti, non sapevano nuotare. Infatti qualcuno ho provato a prenderlo anche con le ciambelle di salvataggio». «Ero esausto» e il mare era agitato: «C’erano parecchie onde”, «il mio primo pensiero è stata mia moglie e mia figlia di 11 mesi» dice Antonio Frisella.
L’imbarcazione «veniva presumibilmente dalla Turchia». A bordo c’era «qualcuno dello Sri Lanka, qualche somalo. Erano tutti abbastanza giovani e di donne ce n’era solo una a bordo».
QUALCUNO LI HA DEFINITI EROI «Siamo esseri umani, lo siamo tutti» replica. «Siamo stati fortunati, molto fortunati», aggiunge, sottolineando però di non aver pensato alla morte: «Ma ho avuto molta paura. Non mi sono mai, mai ritrovato in una situazione del genere. Ho fatto altri soccorsi, ma una situazione come questa mai” dice il finanziere che ancora scioccato per l’accaduto, e non senza commozione, spiega: «Sono cose che finché non le provi non te ne rendi conto».
Il finanziere racconta ancora scosso di aver visto “un ragazzo” morire in acqua. Il suo pensiero a chi non c’è più.
LE ATTIVITÀ DI RICERCA DEL DISPERSO Sono riprese dalle prime luci dell’alba le ricerche della persona che risulta ancora dispersa nella zona di mare tra Isola Capo Rizzuto e San Leonardo di Cutro dove ieri è affondato, in seguito ad un incendio, il veliero con a bordo dei migranti. Un incidente che ha causato la morte di tre persone – due uomini ed una donna – che ancora non risultano identificate ed il ferimento di due finanzieri impegnati nelle operazioni di recupero. Le ricerche proseguiranno nei prossimi giorni anche se i soccorritori e gli investigatori iniziano a ritenere che non ci siano dispersi a causa della difficoltà a ricostruire i numeri esatti relativi ai migranti a bordo del natante. Numeri che sono stati calcolati in base alle dichiarazioni degli stessi migranti dopo il primo sbarco avvenuto nella notte tra il 29 e 30 agosto a Sellia Marina. Qui dall’imbarcazione, che si era incagliata a circa 150 metri dalla riva, sono sbarcati 13 migranti che hanno affermato che a bordo erano in 34. Dal tender con il quale sono arrivati sulla spiaggia catanzarese sarebbero scesi anche i due scafisti che hanno fatto perdere le loro tracce. Per questo, se a bordo c’erano secondo le testimonianze dei migranti 21 persone nel computo totale – tre deceduti, cinque feriti e dodici trasferiti al Cara – mancherebbe una persona. Due dei migranti feriti restano in gravissime condizioni: uno di loro è stato trasferito nella serata di ieri al reparto grandi ustionati dell’ospedale ‘Perrino’ di Brindisi.
L’INCHIESTA La Procura della Repubblica di Crotone ha aperto un fascicolo contro ignoti per favoreggiamento all’immigrazione clandestina e per morte in conseguenza di altro reato. Il sostituto procuratore Pasquale Festa, che coordina le indagini affidate alla Squadra mobile in collaborazione con il Roan della Guardia di Finanza, ha disposto anche il recupero del relitto per verificare le cause dell’incendio e della successiva esplosione. Disposta anche l’autopsia sui corpi delle tre persone decedute.
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