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Call center Crotone, Tallini e Pitaro: «Si salvino i 107 posti di lavoro»

Il presidente del Consiglio regionale invita a procedere con la «clausola sociale come accaduto a Casarano». Il consigliere chiede che «prevalga il principio della salvaguardia dei livelli occupazi…

Pubblicato il: 02/09/2020 – 10:59
Call center Crotone, Tallini e Pitaro: «Si salvino i 107 posti di lavoro»

REGGIO CALABRIA «Si faccia come a Casarano un anno fa e si salvino i 107 posti di lavoro del call center di Crotone. In Puglia, l’applicazione della “clausola sociale” permise un accordo soddisfacente con il passaggio dell’intera forza lavoro impegnata sulla commessa “Enel Mercato Libero” da “Call&Call” al colosso “Covisian”. Ben 423 operatori hanno così mantenuto l’articolo 18, gli scatti di livello, l’anzianità di servizio, il monte ore individuale. E, cosa di non poco conto, il posto di lavoro vicino all’abituale sede di lavoro, nella zona industriale di Casarano. Per Crotone bisogna fare allo stesso modo. Governo, aziende e sindacati possono trovare rapidamente una soluzione. E anche il sindaco di Roma, Virginia Raggi, non si giri dall’altra parte perché rappresenta la stazione appaltante del servizio che è passato dalla “Abramo Customer Care” al Consorzio Leonardo. Faccia rispettare gli accordi”.
È questa la strada indicata dal presidente del Consiglio Regionale, Domenico Tallini, per risolvere la vertenza che interessa i 107 lavoratori per i quali la “Abramo Customer Care” ha avviato la procedura di licenziamento.
«Non entro nel merito della decisione aziendale, poiché questa è stata dettata dalla perdita della commessa ‘Roma Capitale’ a cui sono legati questi posti di lavoro. A me interessa – specifica Tallini –, il futuro di più di un centinaio di famiglie che corrono il serio pericolo di perdere il lavoro e la fonte di sostentamento proprio in uno dei periodi più difficili del Paese a causa del Covid. Dobbiamo scongiurare un dramma collettivo che impoverirebbe il già debole tessuto economico ed occupazionale di Crotone e della Calabria. Gli strumenti per risolvere la crisi ci sono. Occorrono solo determinazione e volontà. Rivolgo un appello, in tal senso, ai ministri del lavoro Catalfo e dello sviluppo economico Patuanelli. Si faccia come a Casarano. E presto».
«NON POSSIAMO PERMETTERCI UNA NUOVA EMORRAGIA DI POSTI DI LAVORO» Sull’argomento interviene anche il consigliere regionale Francesco Pitaro, del gruppo misto. «Le ragioni tecnico-procedurali legate al cambio di appalto nella gestione della commessa “Comune di Roma” – dice – non prevalgano sul principio della salvaguardia dei livelli occupazionali; piuttosto si individui una soluzione concertata che concili le esigenze aziendali con la tutela dei posti di lavoro oggi a rischio dopo l’aggiudicazione della gara alla società di servizi Consorzio Leonardo e l’attivazione da parte dell’azienda Abramo delle procedure di licenziamento collettivo nei confronti dei 107 lavoratori del sito di Crotone».
«Non possiamo permetterci una nuova emorragia di posti di lavoro – prosegue Pitaro – in una regione che presenta un indice di disoccupazione fra i più alti in Italia e che tenta faticosamente di recuperare, in una strada storicamente in salita, per le strutturali condizioni di arretratezza e di sottosviluppo che la pongono in una posizione marginale».
«In linea con le preoccupazioni già espresse da alcune sigle sindacali, chiediamo che non si eludano le clausole sociali e si rispetti il principio della territorialità dell’attività. Serve un impegno a livello nazionale e regionale che coinvolga aziende e sindacati grazie a una interlocuzione tecnica che superi i nodi rilevati. L’obiettivo inderogabile – rilancia Francesco Pitaro – è l’assorbimento, da parte del nuovo soggetto (il Consorzio Leonardo), degli addetti che hanno lavorato in questi anni alla commessa, peraltro, con la necessaria salvaguardia della ulteriore professionalità maturata in questo ambito dalle maestranze impiegate e mantenendo l’attività nella città di Pitagora. Diversamente i lavoratori sarebbero costretti a un trasferimento a più di 600 km che determinerebbe ovviamente la conseguente rinuncia al posto di lavoro. In un momento di forte crisi, nella fase di post emergenza Covid – conclude il consigliere regionale – dobbiamo impegnarci tenacemente perché non vada perso neanche un posto di lavoro».

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